Un’altra battaglia, un’altra sofferenza infinita: è la Roma che vince a Cagliari, dove ogni volta è un’epopea, ma rischia grosso come sempre nel finale inuna partita che poteva essere chiusa dopo venti minuti. E invece, nonostante un dominio pressoché costante, la squadra di Fonseca si ritrova di nuovo a tirare un sospiro di sollievo ai tre fischi dell’arbitro di turno.
Certo, difficile continuare a chiamarla Roma con nove assenze pesantissime: praticamente un’altra squadra senza Diawara, Mancini, Pastore, Pellegrini, Perotti, Zaniolo, Zappacosta e con Dzeko e Veretout non al meglio e quindi relegati in panchina. Ma questo è quello che passa la casa al momento e il povero Fonseca deve adattarsi: e lo fa nel modo giusto azzeccando tanto le scelte iniziali quanto i cambi.
Giusto dare un’altra occasione a Kalinic, fin qui oggetto misterioso: era a zero gol in dodici presenze, delle quali quattro da titolare. Così, alla quinta dall’inizio, l’attaccante croato ringrazia non solo con il primo gol in giallorosso, ma addirittura con doppietta e assist per il gol di Kluivert.
Ma l’uomo chiave, ancora una volta e per la terza consecutiva, è l’armeno Mkhitaryan migliore dei suoi che anche stavolta segna e si conferma la vera anima di questa squadra. La Roma vince la seconda gara consecutiva in campionato e dopo la qualificazione agli ottavi di Europa League, resta in scia all’Atalanta per la rincorsa a un quarto posto ancora lontano. E segna otto gol in due partite.
Eppure la serata sembrava mettersi male, perché dopo venti minuti di solo Roma, arriva la beffa targata Joao Pedro: gran pallonetto su Pau Lopez trovato lontano dai pali e Cagliari in vantaggio. Un minuto dopo Pellegrini (Luca) fa la prima cosa da romanista della sua carriera regalando a Kalinic il clamoroso pallone per il gol del pari. Il secondo assist per l’attaccante croato porta invece la firma di Mkhitaryan (è il quarto) e sul 3-1 sembra chiusa.
Macché, questa è la Roma, così prima Kluivert sbaglia due gol clamorosi, poi arriva il 3-2 targato Pereiro, quindi il 4-2 sulla punizione di Kolarov sulla quale Mkhitaryan spizza di testa, fino al paradossale 4-3 firmato ancora Joao Pedro: stavolta dal dischetto con parata di Pau Lopez e ribattuta in rete di testa dell’attaccante.
Mancano sei minuti più recupero e scatta l’inevitabile finale rocambolesco già visto qui a Cagliari (sembra sempre la stessa partita) con la squadra di Maran avanti a testa bassa e la Roma a tener duro per portar via dalla Sardegna tre punti pesanti. Bellissimi per Fonseca & Co., ma certo con troppa sofferenza. Insomma la solita storia.
FONTE: Il Tempo – T. Carmellini