Non hanno potuto ritirare neanche le tute. Subito dopo l’esonero comunicato a Mourinho e a tutto lo staff , i Friedkin hanno preteso che gli uffici di Trigoria e gli spogliatoi venissero svuotati al più presto per lasciare il posto ai sostituti. Una fretta che, da testimoni neutrali che passavano per i corridoi del centro sportivo, è stata definita sgradevole. Ma che conferma quanto già era emerso a caldo: la separazione, dopo mesi di gelo a distanza, è stata molto turbolenta e traumatica, tra insulti tipici delle liti rabbiose e il desiderio di puntualizzare (da una parte e dall’altra) colpe e torti presunti. La fretta del resto non è stata soltanto formale, in attesa del volo per Londra decollato ieri.
Dan Friedkin, ispirato dal figlio Ryan che aveva un rapporto personale con De Rossi, ha deciso di esonerare Mourinho alla fine del ciclo terribile di partite per due motivi: 1) dare al nuovo allenatore il tempo di adattarsi alla squadra in contesti meno gravosi; 2) non rinviare ancora una decisione presa da tempo: pensate cosa sarebbe successo se Mourinho avesse vinto contro Verona, Salernitana e Cagliari. Sarebbe stato impossibile procedere con un esonero che dipende solo in parte dai risultati, effettivamente scadenti, della prima metà della stagione.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida