Ci sarà da stare attenti soprattutto all’approccio, ai primi 1520 minuti, quelli in cui il Genoa di solito spinge e cerca di mettere alle corde l’avversario, indirizzando l’esito delle partite. Ci sarà quindi da non sbagliare l’approccio alla gara, da non lasciare né campo né iniziativa. E, soprattutto, provare a tenere il pallone, comandare il gioco, cercare di tenere il più basso possibile il baricentro della manovra ligure. Anche perché in casa il Genoa ha già schiaffeggiato di brutto Juventus (31) e Milan (30), pareggiando anche con il Napoli (00). Comunque si metta la partita, però, ci sarà comunque speranza. Perché con la Roma le partite non finiscono mai e perché i giallorossi sono la squadra dell’intera Serie A che segna più gol nella ripresa: ben 27. Dietro di loro c’è il Napoli (24), più staccate Juventus e Torino (21), Inter (20) e poi Cagliari e Milan (19).
DIESEL DI LUSSO – Insomma, la Roma ha un po’ tutte le carte in regola per gestire la partita e portarla a casa. Ma se oltre il 69% dei gol della squadra di Spalletti (che continua ad essere il secondo miglior attacco della Serie A con 39 reti, solo una in meno del Napoli) arrivano nei secondi tempi, vuol dire che la Roma è un piccolo diesel, seppur di lusso. Carbura alla distanza, accelera sulle misure lunghe. E, soprattutto, può ribaltare o sistemare la partita in qualsiasi suo momento. È un dato interessante, da prendere in considerazione soprattutto in una partita in cui i giallorossi saranno costretti davvero a fare la conta degli uomini, ridotti all’osso come non mai (soprattutto, poi, se oggi dovesse alzare bandiera bianca anche Totti).
PASSAGGIO CHIAVE – Questo è un dato importante da valutare anche in prospettiva, in un momento in cui la Roma inizierà a giocare ogni tre giorni (tra campionato, Coppa Italia ed Europa League) ed in cui nelle prossime quattro partite di campionato sarà costretta ad affrontare tre trasferte: quella in casa del Genoa, appunto, e poi quelle contro Udinese (15 gennaio) e Sampdoria (il 29), intramezzate solo dalla sfida casalinga contro il Cagliari del 22. Insomma, un passaggio chiave della stagione, dove riuscire ad essere produttivi anche in fondo ad una partita, quando magari le gambe degli avversari si piegano e la fatica si fa sentire, può fare davvero la differenza. Soprattutto contro una squadra, il Genoa, che nell’ultima sfida casalinga ha incassato la sua prima sconfitta a Marassi e che nelle ultime 5 partite di campionato ne ha perse ben tre. Insomma, una squadra che non attraversa un momento «storico», a cui vanno aggiunte anche le recenti partenze di Rincon e Pavoletti.
LA CONSAPEVOLEZZA – In questa seconda parte di stagione la certezza da cui deve quindi ripartire la Roma per cercare di dare la caccia alla Juventus capolista o, in seconda battuta, vincere la sfida al fotofinish con Napoli e Milan per conquistare quella piazza d’onore che vale l’accesso diretto alla Champions League, è proprio questa qui, la consapevolezza di avere una squadra che sa andare forte per tutta la partita, in particolare quando la sfida si fa più complicata, le squadre si allungano e c’è maggiore possibilità di poter fare male all’avversario. La produttività dei giallorossi nei secondi tempi può essere davvero l’ago della bilancia per abbracciare il paradiso o anche solo riuscire a sfiorarlo. A patto di non sbagliare però l’approccio alla partita già domenica prossima, a Marassi. Nonostante quei secondi tempi dorati, è sempre meglio partire con il piede giusto.