Fa male perdere così la partita e la testa della classifica, ora lasciata al Napoli, primo da solo a quota 22, con la Roma raggiunta a 21 dalle due milanesi, l’Inter che ha vinto all’ultimo secondo a Verona e il Milan che ha battuto proprio la Roma al termine di una gara piena di rimpianti. Perché per 40 minuti la partita è stata dominata, per 70 controllata e nei 15-20 minuti in cui invece è stato tirato il fiato il Milan ha segnato il gol della vittoria e ne ha sfiorati altri tre. La Roma invece non ha segnato, ha sbagliato una serie incredibile di occasioni più o meno favorevoli fino all’errore del rigore a otto minuti dalla fine, calciato male stavolta da Dybala, con la beffa dell’infortunio patito dall’argentino proprio sul tiro.
Così alla fine a festeggiare è stato il Milan, ma a confortare i 4000 romanisti arrivati sin qui resta la prestazione davvero autorevole. Questo è il calcio spettacolare di Gasperini: per diventare anche efficace bisogna segnare quando capitano le occasioni ed essere meno frenetici nei momenti chiavi della gara. Per fare un esempio pratico: nel capolavoro della carriera di Gasp, la finale di Europa League con il Bayer Leverkusen, l’Atalanta produsse occasioni equivalenti a 0,79 expected-goal. E segnò tre volte, demolendo le ambizioni di Xabi Alonso e di una squadra fino a quella sera imbattuta. Ieri sera la Roma ha sommato un valore di 2.04 expected-goal, restando a secco.
Tanto vale raccontare tutto dall’inizio: la scelta tattica di Gasperini stavolta era stata quella di lasciare un po’ più libero di impostare De Winter, il (cosiddetto) braccetto di destra di Allegri, tenendo più occupati invece gli altri centrali Gabbia e Pavlovic rispettivamente con Dybala e Soulè, con Cristante nel ruolo di trequartista destinato su Modric, e di conseguenza Wesley più basso ad occuparsi di Saelemaekers, uno al quale è meglio non lasciare troppi metri di campo davanti, con gli inevitabili altri accoppiamenti di Celik a destra su Bartesaghi, con nel mezzo Koné su Ricci e El Aynaoui a guardare da lontano De Winter (con Hermoso a salire su Fofana), con Mancini e Ndicka rispettivamente su Leao e Nkunku. Ed è un piano che ha funzionato perfettamente almeno dal punto di vista tattico. Ciò che l’allenatore non aveva considerato è l’incredibile spreco di occasioni che la Roma ha creato e che ha portato le due squadre all’intervallo con il Milan in vantaggio di una rete (Pavlovic al 39’) e hanno rischiato di essere due perché al 45’ Nkunku ha messo fuori un’occasione assai simile a quella del gol.
Ma in precedenza la Roma, forte sulle gambe, aggressiva e ispirata come non le era accaduto in nessuno dei precedenti primi tempi giocati quest’anno, è stata capace di sbagliare almeno cinque ghiotte palle-gol. Il festival delle occasioni sbagliate è cominciato dopo 50 secondi, con la prima palla rubata su rilancio corto di Maignan, con Cristante a intercettare, El Aynaoui a pulire il pallone ancora per Cristante che ha messo fuori da buonissima posizione. Al 5’ è stato invece Soulé a trovare Dybala a sinistra alle spalle di De Winter, ma Paulino ha inaugurato la sua serata infelice controllando male il pallone verso l’esterno invece di tagliare verso l’interno e se lo è allungato. Al 7’ un’altra transizione combinata da Celik a Dybala a Cristante a El Aynaoui è stata calciata debole su Maignan. Al 10’ il gol è sembrato fatto quando Celik, ripresa una respinta su calcio di punizione calciato in area, ha scaricato su Soulé che ha tagliato un cross perfetto da destra di sinistro per la deviazione di testa di Ndicka lontano dalla portata di Maignan ma per pura sfortuna a lato rispetto alla porta, di un centimetro. Al 14’ ci ha provato Wesley, debolmente.
Al 17’ Celik ha cercato in area Dybala, De Winter in vantaggio ha clamorosamente mancato la deviazione di testa, l’argentino ha controllato il pallone e poi da sinistra (una zona da cui evidentemente non riesce a tirar fuori il meglio del suo repertorio) ha calciato di esterno sinistro cercando l’incrocio dei pali opposto, sfiorandolo. E ancora al 17’ è stato Soulé ad essere perfettamente pescato in area da Mancini, ma il suo destro al volo è finito fuori, e un minuto dopo è stato Wesley a tirare ancora debolmente. Al 21’ il primo segnale d’allarme, con una ripartenza di Gabbia rifinita male (Leao si era pericolosamente proposto in verticale, ignorato). Ma poi è proseguito il dominio giallorosso, con punte di possesso palla bulgaro, pressioni perfette e il Milan incerto e tremolante. Al 25’ è toccato ad El Aynaoui sbagliare la conclusione, calciando fuori malamente. Poi al 28’ direttamente da calcio d’angolo Svilar ha bloccato il pallone e servito Celik per una velocissima transizione arrivata fino a Dybala, steso al limite. Invece di calciarla in porta, i giallorossi hanno provato uno schema riuscito male, con El Aynaoui che ha servito Soulé, uscito dai blocchi, per un tiro ancora infelice stavolta dell’argentino.
E ancora, al 32’ è stato Dybala a calciare altissimo da buona posizione. Poi l’incredibile: su un’altra buona occasione romanista, con Celik a tentare un dribbling in area a destra seguito da tutta la squadra, la palla intercettata nei sedici metri milanisti è finita a Leao che si è involato nella metà campo libera sverniciando Ndicka, fino ad arrivare sulla linea di fondo prima di servire all’indietro Pavlovic che aveva seguito tutta l’azione e che ha quindi avuto l’onore di firmare il successo del Milan, beffando Svilar con un tiro rasoterra finito sotto al braccio del portiere giallorosso. Sotto choc, la Roma ha perso all’improvviso le misure del campo e le distanze con gli avversari e ha concesso un’altra occasione in fotocopia, ma stavolta Nkunku ha calciato fuori.
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FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco











