Con la sorpresa di un gol troppo facile concesso all’inizio, a sporcare l’esordio in maglia giallorossa di Rui Patricio, la Roma è tornata comunque da Frosinone e dalla sfida degli ungheresi del Debreceni (la prima squadra di massima seria incontrata in questo precampionato) rincuorata da un bel successo (5-2, con l’altro gol concesso da Fuzato, alla prima incertezza proprio nel giorno della prima di Rui Patricio), dal ritorno al gol di tutti gli attaccanti (Borja Mayoral e Pellegrini nel primo tempo, Zaniolo e due volte Dzeko nel secondo) e soprattutto dal sincero abbraccio con la curva Sud, riunita (non tutti distanziati) allo Stirpe a cantare come ai bei tempi, per tutti i novanta minuti, fino all’omaggio finale di tutta la squadra, come si faceva una volta, quando il Covid non c’era, e come si può forse tornare a fare adesso che la bestia fa meno paura.
Molte luci e poche ombre, dunque. Peccato quel primo gol: neanche il tempo di rivolgere il primo dei suggerimenti (peraltro in italiano, ottimo segnale) ai suoi nuovi compagni, e Rui Patricio ha subito il primo gol della sua carriera romanista (coinciso curiosamente anche con il primo gol della Roma di Mourinho), al 4° minuto. (…) È vero che il portiere portoghese avrebbe potuto tentare l’uscita, ma la traiettoria era troppo ad uscire per cercare l’avventura. (…)
Fino al gol del pareggio si era distinto soprattutto Perez, schierato esterno alto a destra, con un paio di conclusioni pericolose e diverse iniziative illuminate. Bravissimo anche Zalewski dalla parte opposta, autore di alcune imprendibili progressioni e soprattutto del lancio al 34° per il raddoppio di Pellegrini, ancora dietro la linea difensiva, col capitano lucidissimo a rientrare sul sinistro evitando Deslandes e a battere poi di precisione all’angolino. (…)
Nella ripresa formazione cambiata per 10 undicesimi: in campo è rimasto solo Tripi, per mancanza di terzini sinistri (quando è uscito, al 36°, è entrato Ciervo che si è adattato a fare il terzino a destra, con Karsdorp portato a sinistra). Così nel secondo tempo è stata schierata una Roma persino migliore di quella del primo, con Diawara e Villar a far girare più velocemente la palla nel mezzo, (…)
E davanti Zaniolo, Mkhitaryan e El Shaarawy si sono divertiti a fraseggiare e a servire Dzeko, che si sta avvicinando alla forma migliore. Splendido al 52° il 3-1 di Zaniolo, tocco sotto dopo una combinazione stretta con Dzeko e Micky, mentre dietro Karsdorp, Mancini e Smalling hanno chiuso a chiave la porta, aperta in realtà solo da Fuzato con una mancata presa su pretenzioso tiro di Bevardi, per il facile tap-in del neoentrato Ugrai, subito dopo il gol di Zaniolo.
Ma insomma, il 3-2 maturato a quel momento della partita è sembrato davvero ingeneroso per la mole di occasioni create. E infatti in pochi minuti il risultato ha preso una forma più congrua con l’attesa doppietta di Dzeko, servito perfettamente da El Shaarawy al 20° (ancora alle spalle della linea difensiva, e come ti sbagli) e su sua iniziativa personale al 35°, con un pallone recuperato alto, percussione e destro a giro all’angolino lontano.
Anche Mkhitaryan avrebbe potuto segnare così, ma si è fatto recuperare da Deslandes e nel finale Ciervo si è costruito la palla del 6-2, ma il suo tocco sotto non è stato preciso come quello di Zaniolo e la palla è finita fuori.
FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco