La Roma affronta il suo tabù. Domenica sera (ore 20.45, arbitro Massa, diretta tv su Dazn) in uno stadio che quasi sicuramente tornerà a registrare il tutto esaurito, la formazione di Ivan Juric proverà a sfatare una sorta di maledizione. I giallorossi, infatti, non superano l’Inter all’Olimpico dal 2 ottobre 2016: in quell’occasione finì 2-1 grazie alla rete di Dzeko e all’autogol di Icardi. In mezzo, il pareggio di Banega.
Nei successivi sette incontri la Roma non ha raccolto nemmeno una vittoria, ma tre pareggi e quattro sconfitte, le ultime tre consecutive. Se domenica dovesse arrivare il quarto ko di fila, sarebbe eguagliato il record negativo, condiviso al momento da Juventus, Milan e Torino che in tempi diversi sono già riuscite a battere i giallorossi per quattro volte di seguito.
Con la Roma che ha bisogno dei tre punti per continuare ad accorciare la classifica – con Juric sono arrivate due vittorie e un pareggio in campionato – e l’Inter che non può perdere troppo terreno dalla vetta del Napoli, ora distante due punti, ci sono tutti i presupposti per una gara spettacolare e ricca di occasioni.
Secondo il sito di statistiche Opta, la Roma (118) e Inter (115) sono le due squadre che hanno tentato più volte la conclusione in porta in questo avvio di campionato. C’è però una differenza sostanziale. La squadra di Simone Inzaghi ha il miglior attacco della Serie A con 16 gol insieme all’Atalanta mentre quella di Juric ha il tredicesimo attacco con esattamente la metà dei gol.
Sono 8, di cui 3 sono stato realizzati da Artem Dovbyk, che dovrebbe essere regolarmente al suo posto al centro dell’attacco. Il centravanti ucraino non è tornato al meglio dopo gli impegni con la nazionale per un’infiammazione al ginocchio. Nel suo primo giorno di lavoro a Trigoria ha svolto solo una seduta di scarico, sottoponendosi a terapie, ma ieri è ritornato in gruppo. Possibile per lui un turno di riposo giovedì prossimo, sempre all’Olimpico, contro la Dinamo Kiev nel terzo match di Europa League.
FONTE: Il Corriere della Sera – G. Piacentini