L’incubo non finisce, ai quarti di Coppa Italia ci va lo Spezia per aver vinto 4-2 sul campo come cinque anni fa (allora fu ai rigori, stavolta sono bastati i supplementari, dopo una gara sempre in rincorsa dopo due gol regalati all’inizio, il pareggio a metà ripresa e gli incredibili errori di Borja Mayoral prima del 90′), ma avrebbe vinto comunque perché Fonseca, senza essere fermato da nessuno dei suoi dirigenti, né in panchina né in tribuna, ha effettuato sei sostituzioni dopo una doppia, ridicola espulsione nei primi trenta secondi del primo tempo supplementare, ma sei sostituzioni non sono consentite in Italia, nel mondo e neanche nella repubblica delle banane, se nel calcio ne esistesse una. Così lo Spezia avrebbe vinto comunque a tavolino, proprio come il Verona alla prima giornata di campionato e stavolta qualche testa rotolerà perché quello che sta accadendo alla Roma è davvero impensabile.
Un incubo è stato l’inizio della partita, con le maglie bianche che sembravano solo celesti più stinte, non tanto per le trame di gioco, quanto per l’irresistibile tentazione dei giallorossi di regalar palloni su palloni agli avversari, un po’ come avevano fatto per quasi tutta la partita con la Lazio. Da non credere, anche in questa partita dopo pochi minuti si stava sotto 0-2. Eppure dopo venti secondi Mayoral era già da solo con la porta vuota davanti, scavalcato pure il portiere dopo un clamoroso svarione difensivo delle seconde linee dello Spezia mandate in campo da Italiano come se questo fosse solo l’allenamento per la vera partita di sabato.
Ma Mayoral quel pallone l’ha spedito nella curva vuota, mentre poco dopo Krapikas, il portiere lituano di riserva dello Spezia, ha trovato con un tracciante larghissimo a sinistra Saponara che con un semplice tocco d’interno ha mandato in area Maggiore: il calcio più verticale che ci sia. L’azione sembrava finita lì, però, perché l’interno spezzino s’è trovato di fronte Cristante e Mancini in recupero, e invece ha provato in doppio passo ad entrare tra i due e ha sapientemente cercato il contatto con Cristante che non è un difensore e non conosce le malizie dei difensori, per cui ha solo tenuto il piede ben piantato sulla terra, mentre l’avversario ha sbattuto il ginocchio sulla sua gamba.
Un rigore più cercato che reale, ma nel momento in cui Ghersini lo concede nessun Var lo può togliere: e Galabinov ha trasformato. Al 6′ già 0-1. All’8′ Pedro ha mancato il pareggio di tacco, sul corner su uno schema Cristante avrebbe potuto battere a rete, ma non è riuscito a deviare, al 10′ un gran lancio per Borja Mayoral in taglio dal centro verso destra ha costretto Krapikas a uscire dall’area, sul contrasto col portiere molto fuori area la palla è carambolata su Pellegrini, ma mentre Lorenzo pensava già di calciare in porta è arrivato il fischio dell’arbitro a sancire un fuorigioco che il replay ha evidenziato assai discutibile: un altro errore ai danni della Roma, col Var un’azione così va conclusa, poi semmai rivista col microscopio.
Che non fosse serata s’è capito pochi minuti dopo, al 15′, quando Kumbulla ha rinviato malissimo una palla dal fondo, beccando giusto Deiola che ha verticalizzato su Galabinov e da questi il pallone è arrivato a Saponara che dentro l’area ha cercato e trovato l’angolo a sinistra di Pau Lopez: 0-2 e tanti saluti alle marcature preventive della Roma. Un incubo, in pratica. Ma qui la squadra giallorossa ha avuto il merito di ricompattarsi.
Rispetto al derby, Fonseca ne aveva cambiati cinque: Cristante e Kumbulla dietro con Mancini, Bruno Peres per Karsdorp, Pedro e Mayoral in avanti con Mkhitaryan, con Villar e Pellegrini in mezzo. Di fronte ampie rotazioni anche per Italiano: addirittura otto i cambi rispetto a Torino, con un bel 433 sempre piuttosto sfrontato con un tridente composto dal rapido Agudelo, il tecnico Saponara e l’ariete Galabinov. Tatticamente, la Roma non ha sofferto lo Spezia, ma è andata in difficoltà per le sue stesse paure. E quando si è resa conto che stava gettando al vento anche la qualificazione ai quarti di Coppa Italia, contro la squadra che già cinque anni fa l’aveva sbattuta fuori, e appena quattro giorni quel derby disastroso, ha ripreso a giocare.
In pochi minuti ha costruito cinque occasioni da rete, entrando soprattutto a sinistra e per vie centrali, con Spinazzola sugli scudi, ma impreciso nelle conclusioni, con Pellegrini da fuori, con Borja Mayoral sull’esterno della rete, con Pedro a un centimetro dal tocco decisivo, ancora con Pedro. Poi al 42′ una bella infilata di Pedro per Pellegrini è stata stroncata ingenuamente in area da Ismajli, rigore trasformato dallo stesso Pellegrini e intervallo declinato più alla speranza che alla paura. (…)
FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco