Non sarà fatto un film di questo 4-3: sette gol, un rigore sbagliato, ma non una bella partita, perché quelle nascono da belle squadre. Roma e Juventus sono imperfette e sbagliate, ma alla fine ha sorriso la Juventus, che era partita peggio. La rimonta dei bianconeri arriva quando esplodono i limiti di una Roma di burro, capace di subire 3 gol in 7′, incapace di difendersi, gestire e reggere lo sguardo delle grandi. Le due squadre vanno in campo con lo stesso modulo, il 4-2-3-1, ma non si specchiano: Mourinho sceglie di coprire Veretout mettendogli vicino Cristante, con un tridente asimmetrico alle spalle di Abraham. Il gol dell’inglese arriva di testa, su corner, poi il gol di Dybala, che dal limite mette in rete. dov’era Cristante? I giallorossi sbagliano a lasciare la Joya da solo.
Nel secondo tempo rientra bene la Roma, che segna il 2-1, poi arriva il terzo gol con la punizione imparabile di Pellegrini. Quando entrano Morata e Arthur la Juventus tira fuori un altro cuore, tanto che De Sciglio trova il gol del 4-3, dopo quelli di Locatelli e Kulusveski. Szczesny para il rigore di Pellegrini, ma la rimonta si spiega più con i limiti della Roma, fatti di carenze tattiche e di personalità, mai soccorsa da Mourinho con cambi o aggiustamenti tattici.
FONTE: La Gazzetta dello Sport