I tre punti restano, utili per tenere in vita una debole fiammella sulla rincorsa al quarto posto. Chissà, però, se José Mourinho costringerà i suoi, nei prossimi giorni, ad allenamenti più lunghi di un’ora per provare e riprovare i tiri in porta. Anche vuota.
La Roma vince con un rigore di Abraham, fin lì il peggiore, tirato praticamente al termine di un tempo supplementare, una gara folle. Trentuno tiri verso la porta dello Spezia e 10 nitide palle gol, ma al 93’ il risultato era sullo 0-0 anche se lo Spezia aveva giocato tutto il secondo tempo in inferiorità numerica per l’espulsione di Amian, primo errore/orrore dell’arbitro Fabbri. Giusta la seconda ammonizione, non la prima. E nella ripresa, per compensazione, l’arbitro ha chiuso gli occhi sul secondo giallo da sventolare ad Agudelo.
La Roma ha sprecato tutto lo sprecabile e anche di più. Quando tutto sembrava finito, nel recupero del recupero, concesso anche perché la Roma aveva effettuato un cambio al 92’, è arrivato il mischione che ha riassunto tutta la partita. Zaniolo, entrato nella ripresa con la mentalità migliore, anche se non aveva gradito la panchina iniziale proprio a casa sua, ha colpito per due volte la traversa.
Era sfuggito a Fabbri, ma non alla Var, un calcio di Maggiore al volto del 22 quando aveva già colpito la palla finita sulla (prima) traversa. Dopo minuti è arrivato il rigore che ha dato alla gara il risultato giusto ma fatto infuriare lo Spezia.
Thiago Motta ha commentato così: “Chiediamo, come fanno le grandi, che allo Spezia vengano fatte scuse ufficiali“. Riferimento al Milan e alla gara di S.Siro. Però, per salvarsi, bisogna fare qualcosa in più anche da soli, senza guardare arbitri sempre più inguardabili.
FONTE: Il Corriere della Sera – G. Piacentini