Daniele De Rossi, a precisa domanda sull’utilizzo di questo o quel portiere, ha risposto in maniera chiara, netta: deve esistere un primo e un secondo. Rui è il primo e Svilar il secondo, la sua sentenza. Anche se le gerarchie, aggiunse DDR, non sono eterne. Un’astuta via di fuga per modificare eventualmente la scelta senza essere etichettato come bugiardo o incoerente.
Un cambio che, ad esser sinceri, non significherebbe passare da un avanzo di pasta al pomodoro in frigo da tre gioni a una carbonara fatta a mestiere tre minuti prima, ma che avrebbe comunque un suo perché. Tipo: peggio di quanto fatto da Rui, Svilar difficilmente potrà fare. Forse, chissà.
FONTE: Il Corriere della Sera