Una follia. O, se preferite, un’altra vergogna nazionale, qualcosa che offende il comune senso del pallone. La Lega ha infatti preteso la rigida applicazione del regolamento, costringendo Udinese e Roma a giocare una ventina di minuti nel periodo meno indicato per entrambe, impegnate una nella corsa salvezza e l’altra in un paio di inseguimenti: al posto Champions e alla finale di Euroleague.
La seconda assurdità, non meno rilevante della prima, risiede nella composizione delle squadre e nelle panchine: De Rossi, che il 14 aprile stava pareggiando 1-1 con l’Udinese di Cioffi grazie al gol di Lukaku, affronta l’Udinese di Cannavaro ovviamente senza Lukaku, infortunatosi in coppa.
E andiamo! Ma le differenze/incongruenze non si esauriscono qui. A fine campionato la Roma avrà affrontato tre differenti Udinese, non due, e tutto questo perché il calendario non le consentiva di restare qualche ora in più da quelle parti. E’ dura, anzi durissima, dover accettare, senza poter fare nulla, questo scempio dei contenuti tecnici e spettacolari di uno sport che non aveva bisogno di chirurghi plastici.
FONTE: Il Corriere dello Sport – I. Zazzaroni