Ha passato tutto il pomeriggio a festeggiare con i dipendenti della Roma. José Mourinho ha raccolto l’invito dei Friedkin: «Stronger Together» il nome dell’evento ludico organizzato dai texani ieri a Trigoria per unire le anime dell’azienda giallorossa e non poteva certo mancare lo «Special» guest. Inutile dire che il più atteso fosse proprio il tecnico portoghese. «Diamo tutti il 110% – ha detto Mourinho nel breve discorso fatto ai presenti – solo così si vince, solo insieme possiamo arrivare dove vogliamo».
Un concetto che, a dire il vero, stride un po’ con la gestione della squadra scelta dall’allenatore. Ormai è sempre più chiaro come ci sia una Roma di titolari, un ristretto gruppetto di rincalzi considerati all’altezza e una serie di calciatori messi ai margini. Non sono neppure partiti per Cagliari Borja Mayoral, Villar e Diawara, considerati tra i colpevoli della disfatta di Bodo, mentre Calafiori e Kumbulla – che al momento rappresentano le uniche riserve possibili per i titolari – sono stati reintegrati e hanno trovato spazio nel finale della gara alla Sardegna Arena. Mourinho non guarda in faccia a nessuno, ha deciso di forzare sempre di più la sua strategia «crudele» e, con i sardi avanti nel punteggio, ha lasciato fuori Shomurodov e Carles Perez preferendo loro il classe 2003 Felix Afena.
Una scelta tecnica – gli serviva aggiungere fisicità in attacco – ma pure un altro messaggio al gruppo. Perché per provare a scalare le gerarchie definite dei titolari bisogna mostrare segnali concreti. Domenica contro il Milan si cerca la prima vittoria stagionale contro una big, fra i «soliti» 11 rischia solo Mkhitaryan che sta passando un periodo di evidente appannamento. Resta comunque lui il favorito su El Shaarawy per partire dall’inizio.
L’evento di ieri, che ricalca la tradizione americana già portata dalla precedente proprietà, con le feste annuali dei dipendenti inaugurate dell’ex Ceo Italo Zanzi, è stata anche l’occasione per molti per sentire la prima volta la voce di Ryan Friedkin, presente insieme al fratello Corbyn (non c’era invece papà Dan). «Noi siamo i custodi del patrimonio della Roma, non ci piace essere chiamati proprietari perché la Roma è di tutti» ha detto il vice presidente giallorosso in inglese, affiancato dal traduttore.
Tra alcuni giochi in campo, una partita a calcio balilla, i premi consegnati ai dipendenti più longevi, le canzoni di Marco Conidi, lo show del duo comico Pablo & Pedro e il dj-set, sono saliti sul palco per un saluto anche capitano Pellegrini, Mancini e Cristante in rappresentanza della squadra e il nuovo Ceo Pietro Berardi. Ma il protagonista assoluto è sempre e solo lui, José Mourinho, l’uomo che sta cercando, con un modo tutto suo, di cambiare la storia della Roma.
FONTE: Il Tempo – A. Austini