Nel settembre 2009, dopo Inter-Barcellona 0-0 con monologo dei catalani al 66% di possesso palla ma senza grandi occasioni da gol, José Mourinho rispose a chi lo criticava: “La partita è andata come volevo: la mia Inter ha controllato il gioco senza avere il pallone“. La frase è già di suo una summa del pensiero filosofico dello Special, ma non solo: è diventata anche la chiave del campionato di Roma e Lazio, e sarà il motivo conduttore del derby di domani. Si cercherà di lasciare il pallone all’avversario, il più possibile.
Magari se avessero avuto due centravanti in piena forma e affidabili sempre (ma non è stato così) le cose sarebbero state diverse, comunque le romane, quest’anno, non amano proprio avere la palla. La Lazio per possesso è l’ottava del campionato, la Roma nona, con percentuali tra il 50 e il 49%. Sono squadre che aspettano e ripartono, adelante con juicio, e rari sbilanciamenti: la Roma è decima per tiri in porta, la Lazio addirittura quindicesima. Se c’è una statistica in cui eccellono, è quella dei gol incassati (Lazio seconda miglior difesa, Roma quarta), e dei punti ottenuti in trasferta: Lazio seconda e Roma quarta anche qui. Prepariamoci: sarà un derby a non prenderle, di prudenze incrociate.
Il controllo sarà tutto. Guardate la Roma di Mourinho: getta secchiate di ghiaccio in ogni partita con formidabile pazienza, spegne bollori e previene pericoli, poi aspetta di pescare dal ghiaccio l’ostrica giusta, dimenticata nel cestello. La Lazio, più o meno lo stesso: 15 clean sheet stagionali e una sola sconfitta nelle ultime 10 gare vogliono dire moltissimo, ossia che Sarri sa coprirsi, eccome, come dimostrato dal sontuoso arrocco contro il Napoli. Per sorprendere la Lazio ci vorrà qualità estrema (o lo schieramento senza centravanti, che Mou ha già proposto contro Inter e Juve: andò benissimo), e quella che manca all’ultima Roma può arrivare solo da Pellegrini.
FONTE: Il Messaggero – A. Sorrentino