Quella notte sul sintetico di Novara c’erano entrambi, uno in panchina e l’altro in campo. Nel peggior ricordo di Gasperini allenatore una parte l’ha interpretata anche Chivu, attore non protagonista nel cortometraggio dell’Inter che affondò il penultimo giorno d’estate del 2011, sedici mesi dopo il Triplete. Era il 21 settembre, il Novara che torna a vincere in serie A 55 anni dopo l’ultima volta, i nerazzurri che firmano la peggior partenza degli ultimi 90. Il giorno dopo alle 19.15 l’esonero, alle 21.10 il comunicato sull’arrivo di Ranieri, un altro scherzo del destino.
Cinque partite in totale, le sconfitte in Supercoppa con il Milan e in Champions con il Trabzonspor, un punto in tre gare in campionato: tanto durò il regno di Gasp, lavoratore ambizioso e anche permaloso di fronte alle critiche. Provò a stravolgere quell’Inter, con la difesa a tre e la sua idea di gioco, non ci riuscì. Se la prese anche con Fiorello, che lo prendeva in giro in tv («Era il mio idolo, mi fece passare per uno che non capiva niente»), poi andò via.
E all’Atalanta ha riscritto la sua storia. «Mi aveva impressionato in quelle poche settimane insieme — ha detto ieri Chivu, che con lui giocò due partite, la prima in Supercoppa da terzino, l’altra con il Novara — avrebbe meritato più tempo. E si è confermato a Bergamo: è stato un innovatore, è un’ispirazione per noi giovani allenatori».
Insomma, uno scontro generazionale a cui la Roma stasera all’Olimpico (20.45) arriva da prima della classe, a +3 sull’Inter: «Gasp ha dato continuità a quanto fatto da Ranieri, e ha aggiunto la marcatura a uomo, trovando subito un equilibrio. Dovremo avere la lucidità di cogliere le possibilità che ci concederanno», ha aggiunto il tecnico nerazzurro.
Per lui è un ritorno dove è iniziata la sua avventura italiana («Sono arrivato a 22 anni, a Roma sono cresciuto come atleta e come uomo»), ma soprattutto un test per una squadra reduce da cinque successi di fila, con un entusiasmo rinnovato e all’orizzonte la rivincita scudetto con il Napoli, tra una settimana: «Dobbiamo fare passi avanti e non tornare indietro. Vogliamo rimanere in corsa su tutti i fronti, abbiamo le qualità per arrivare in fondo».
La Roma non vince in casa contro l’Inter dal 2016, Gasperini non batte i nerazzurri da 15 partite. Ma oggi li guarda dall’alto in basso: «Sarà un modo per misurarci, per capire il tuo livello devi affrontare squadre più competitive. Dovremmo fare una partita di coraggio contro uno dei club più forti d’Europa. È già un traguardo sfidarli alla pari».
Giocherà Sommer, la concessione che Chivu ha fatto al toto formazione. L’undici titolare sarà quello tipo, con l’unico dubbio in attacco, dove sono in tre per due posti (Thuram è ancora fuori, a rischio pure per Napoli): «Chi ha detto che gioca Lautaro?», le parole del tecnico interista, che dovrebbe schierare l’argentino dal primo minuto nonostante lo storico negativo quando rientra dalla nazionale. Accanto a lui favorito Bonny su Pio Esposito: «Gli do dei consigli per gestire questo momento, c’è tanta attenzione su di lui, ma la pressione fa parte del gioco: è salito sul palco e deve imparare a ballare».
Gasperini, complici le difficoltà di Dovbyk e Ferguson, è tentato dalla mossa Dybala falso nove, con Pellegrini e Soulé. Seguirà il suo istinto, cosa che non fece nei tre mesi neri all’Inter: «È il mio unico rimpianto», ha detto più volte. Finì quell’avventura con un herpes da stress sul labbro inferiore, 14 anni dopo ha spalle più forti e un sorriso grande così.
FONTE: La Repubblica – A. Sereni











