Contro la Germania il dovere (di evitare brutte figure), contro l’Ungheria il piacere, di tornare a godersi vittoria e bel gioco, visto che la Nations è una competizione che va disputata possibilmente per vincerla. Missione compiuta, nel nome (anche) di Pellegrini, sempre più al centro della Nazionale. L’Italia cresce, vince (2-1) e mostra il meglio di sé, con questa nuova-vecchia generazione, rinvigorita dalla crisi post eliminazione mondiale.
All’ Orogel Stadium Dino Manuzzi, contro l’Ungheria, comanda in gran parte il colore azzurro ed è un piacere. Barella rigenera il suo talento e segna il vantaggio con un missile che buca Dibusz; Lorenzo, oltre a deliziare il pubblico con giocate di fino e assist, firma il raddoppio (la seconda rete di fila) allo scadere del primo tempo, raccogliendo un assist di Politano dopo un’azione ad alta velocità, come vuole Mancio. L’Italia sorride e vola in testa al gruppo A3 della Nations: la Germania è fermata in casa dall’Inghilterra.
Il “10” – che esce per un problema al ginocchio sinistro e forse tornerà a Roma – si conferma uno dei leader del nuovo corso, proprio qui al Manuzzi, dove nel 2015 aveva esordito in A con la maglia della Roma. Ciò che fa piacere, al di là dei singoli, è poter riammirare un calcio propositivo e accattivante, anche se volte ingenuo, per evidenti vizi di gioventù e inesperienza, vedi autogol di Gianluca Mancini, che a metà ripresa rimette in partita – si fa per dire – l’Ungheria.
È la serata di tutti, specie dei romanisti, quattro titolari tutti insieme: Pellegrini, Mancini, Cristante e Spinazzola (un qualcosa che si era persa nella notte dei tempi: l’ultima con tanto giallorosso nell’Italia risale al 16 novembre del 2003, amichevole ad Ancona contro la Romania, in campo Panucci, Tommasi, Totti, Cassano, con Trapattoni ct). Bene un po’ tutti, specie Leo, che serve a Barella l’assist gol. Gianluca Mancini non si nasconde, è chiaro come abbia bisogno di testarsi come titolare in gare più complesse.
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni