Prima del graffio di Zapata, sarebbe stata pronta una torta virtuale con cento candeline e tante ciliegine ghiotte, ognuna per ciascun numero straordinario che Romelu Lukaku sta mettendo insieme da quando è arrivato per la prima volta nel nostro campionato. Il giorno della sua centesima partita in Serie A l’attaccante belga segna la sua terza rete in altrettante partite da titolare con la maglia giallorossa.
Ebbene, se si pensa che quello contro il Torino è il suo 59° gol in 100 partite in Serie A, si scopre anche che in questo stesso lasso di gare hanno fatto meglio di lui solo cinque giocatori tra quelli che hanno esordito nell’era dei tre punti a vittoria: David Trezeguet (63), Vincenzo Montella (64), Andriy Shevchenko (64), Gonzalo Higuaín (65) e Cristiano Ronaldo (81). Come dire, nobiltà assoluta, il che valorizza anche il traguardo attuale del centravanti belga della Roma.
La gioia, però, è stata poi annacquata dal pareggio finale, nonostante contro nessuna squadra come col Toro il belga abbia preso parte a più gol (8: cinque reti e tre assist, come contro il Genoa che, tra l’altro, è anche il prossimo avversario della Roma). Morale: se l’ex interista si manterrà a questo livello, le possibilità di rimonta della Roma lieviteranno, soprattutto se si pensa che Lukaku non è ancora al massimo della forma. Per farlo, tra l’altro, si sta sottoponendo a una dieta mirata con poca pasta, patate, molto riso, pesce e frutta. Difficile pensare che sia questo il segreto per i suoi gol, ma la condizione sta arrivando. E in campo la sua crescita è evidente, di partita in partita.
Per questo José Mourinho, pur amareggiato per il pareggio, si coccola il suo centravanti. “È un giocatore fantastico. Ci sono alti attaccanti bravi in altre squadre, ma io non voglio paragonarlo perché non sono nessuno per farlo. Dico solo che sono molto contento di lui, che anche stavolta è stato il nostro primo terminale per le uscite». Per il resto c’è molta malinconia. «La sensazione è stata quella di aver perso due punti – spiega -. Abbiamo preso gol su palla inattiva, in una situazione in cui sapevamo benissimo che cosa fare. Comunque è difficile giocare contro il Torino, che ha questa proposta di gioco, con fisicità e intensità. Abbiamo fatto una buona partita, non era facile creare e giocare di prima su un campo che al confronto l’Olimpico di Roma sembra una passerella. Sono triste per il risultato, non per i giocatori”.
Il cruccio di Mou ora è la difesa. “Non abbiamo Ibanez e Smalling, che non so se tornerà per giovedì o domenica. A centrocampo ci serve equilibrio, Paredes e Cristante mi sono piaciuti, hanno fatto un buon lavoro. Se guardo la classifica non mi piace, ma non è una classifica vera perché a gennaio o febbraio non saremo di sicuro dove siamo. Sono sicuro che torneremo a non prendere gol”.
Se Kristensen racconta la sua tristezza per la rete subita nel finale (“Ci è dispiaciuto tanto, pensavamo di riuscire a farcela”) e Dybala la delusione per il pareggio (“Non era il risultato che volevamo”), l’ultima amarezza all’allenatore portoghese gliela dà il calendario. “Il Genoa ha giocato venerdì, noi invece domenica e saranno più riposati. Ma ho una squadra di uomini veri, che mi danno garanzie”. Proprio vero. Anche perché avere un Lukaku in queste condizione è garanzia di rimonta. I numeri lo raccontano e, se si pensa che la condizione non è ancora al massimo, i tifosi della Roma hanno senz’altro trovato il loro idolo.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini
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