La Roma non riscatterà Romelu Lukaku, questo lo sa anche Daniele De Rossi che, qualche giorno fa, aveva ammesso “le difficoltà” del club nel trattenere il centravanti belga. Lukaku oggi è al centro del dibattito non tanto per ciò che sarà, ma per quel che è stato, che cosa abbia significato per la Roma in questa intensa annata. C’è chi lo considera imprescindibile, gli allenatori in primis, e chi un peso.
Ha segnato poco, non è stato quasi mai decisivo nelle partite che contano, come quella dell’altra sera a Leverkusen, questi i capi d’imputazione. Vediamo. Partiamo dall’altra sera, BayArena, zero reti e una partita di sacrificio, con qualche errore tecnico. Ma da Romelu ci si aspetta altro. Intanto i gol per andare in Champions, che dovranno arrivare nelle prossime tre partite, specie da quella di domani a Bergamo contro l’Atalanta, a cui ne ha segnati in questi anni.
Negli scontri diretti, il belga ha fatto vedere di che pasta è fatto in tre occasioni, con Fiorentina, Napoli e Juventus. E parliamo di campionato, invece in Europa ha chiuso con sette reti. Totale, venti gol (con dentro uno in Coppa Italia), che se si spalmano sulle 45 partite giocate, per i più non sono molti. Lukaku ora ha tre gare a disposizione, la Roma, e De Rossi, gli chiedono l’ultimo regalo, quello che si ricorderà.
La squadra giallorossa non vince in campionato dalla partita di Udine e ci sono voluti due round per quei tre punti, nel primo Romelu aveva anche segnato la rete del pareggio. Domani c’è una vera e propria finale, che la Roma è chiamata a vincere per non buttare via tutti i sacrifici fatti in questi ultimi mesi. Lukaku con l’Atalanta sarà al centro dell’attacco, anche se a breve dovrà salutare. Mou non lo toglieva mai dal campo, De Rossi fa la stessa cosa.
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni