La prima vera brutta notizia, in fondo, è che aveva ragione lui. D’altronde, non si è Special One per caso. Prima che Romelu Lukaku arrivasse alla Roma, infatti, José Mourinho aveva sentenziato che la squadra meritava una classifica oscillante dal quinto al settimo posto.
Poi è arrivato il ciclone Big Rom a invadere la Capitale e così avere in rosa un attaccante in grado di realizzare quattro gol in cinque partite da titolare – per intenderci, un tipino che sta segnando una rete ogni 113 minuti giocati – dovrebbe fare tutta la differenza del mondo. A questo punto, però, arriva la seconda brutta notizia: nonostante la Roma abbia a disposizione una macchina offensiva di tale livello la squadra veleggia al dodicesimo posto in classifica, pur avendo avuto finora a disposizione un calendario con una sola sfida contro una big, il Milan, peraltro perduta senza discussione all’Olimpico.
Eppure il belga ha avuto un apporto nelle sue prime partite da titolare in campionato che, nella storia del club solo Gabriel Batistuta (6 gol in 5 gare) e Stephan El Shaarawy (4 in 5 gare) avevano mostrato. Forse per questo lo stesso Mourinho, avendolo in squadra, era a conoscenza che un mancato successo contro il Frosinone sarebbe stata un disastro. “Sapevo perfettamente che se non avessimo vinto il Colosseo sarebbe esploso e sarebbe stata attaccata San Pietro”.
Forse un filo esagerato, ma di certo la contestazione – che alla Roma è stata risparmiata prima del match – sarebbe lievitata. Poi è servito San Romelu per fare la grazia, tanto da far dire al portoghese: “Lukaku ha sempre segnato, dal Manchester all’Inter, se qui non lo facesse, sarebbe colpa mia. Ma per fortuna non sarò accusato di questo. Lui fa gol dappertutto e per fortuna non sono io a distruggere le sue qualità”. Proprio vero. Non è un caso che il belga, giunto a 284 reti segnate nelle 595 partite giocate nei club, ha nel mirino la possibilità di arrivare a trecento reti alla fine di questa stagione. A questi ritmi di realizzazione, infatti, il traguardo è agevolmente alla sua portata.
Con il prestito in scadenza a giugno però, e la soglia dei 31 anni in arrivo, la sensazione è che l’attaccante non abbia tempo da perdere, soprattutto se vorrà monetizzare al massimo – come sembra – gli ultimi anni di carriera. Per questo esce allo scoperto alla sua maniera. “Con Mourinho ho un rapporto importante perché mi conosce bene, ma siamo in un momento difficile e dobbiamo migliorare. La vittoria contro il Frosinone è stata solo un piccolo passo in avanti. Dopo la sconfitta con il Genoa ci siamo parlati e ci siamo detti che non potevamo continuare così. Una squadra come la nostra deve fare meglio e stare in una posizione migliore in classifica”.
Ma prima di riprendere la marcia in campionato domenica contro il Cagliari, giovedì torna l’Europa League, in cui Romelu vanta numeri formidabili. Basti pensare che è andato a segno nelle ultime 12 partite consecutive, realizzando 16 gol. Così, dopo essere stato decisivo nell’esordio in trasferta contro lo Sheriff, stavolta spaventa già il derelitto Servette, ottavo nel campionato svizzero. “I record personali non mi interessano – taglia però corto il belga – ciò che conta è la squadra”. Di sicuro lo pensa anche Mourinho, che però sa come proprio i numeri straordinari di Lukaku gli abbiano restituito il sorriso. Ma per uscire dal tunnel la Roma dovrà fare di più.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini
https://tuttoasroma.it/ultime-notizie-as-roma/maglie-2023-2024/as-roma-uscita-la-maglia-per-la-nuova-stagione/