La Roma non vinceva in trasferta in campionato dall’otto aprile, una data che i tifosi avevano imparato a memoria, come la fondazione della città o il compleanno di Francesco Totti. L’ultimo successo era caduto nel sabato pasquale, santificato da un rigore di Paulo Dybala sul campo del Torino.
L’argentino è sulla bocca di tutti anche qui, ma per le sue lacrime e per il ginocchio dolente. Le mani nei capelli di Mourinho diventano la foto del match come la doppietta di Lukaku, il dribbling di Belotti o il Cagliari davanti alla curva alla fine, con i tifosi che non insultano ma incoraggiano. Da qui dovrà ripartire Ranieri.
L’allenatore, osannato quasi più dai romanisti, incassa anche la fiducia della società e poi dice: “Quando ho visto il calendario, il mio discorso dei punti e delle libecciate era fatto considerando questo. Contro queste fuoriserie… Non demordiamo, non molliamo. Se non si molla la presa nei momenti difficili, si riesce a venirne fuori”. Il calendario adesso darà tregua: Salernitana, Frosinone e Genoa in fila, ma trovare il modo di rimettere insieme una squadra slegata, con evidenti difetti e poche alternative, sarà l’ennesima missione impossibile di Sir Claudio.
La Roma viaggia con Lukaku, implacabile, al settimo gol in otto gare, ma anche con i gregari. Aouar entra più nei meccanismi, sostituisce ancora Pellegrini e fa l’elastico sulla trequarti, talvolta sulla linea di Dybala, in altre occasioni affiancato ai mediani. La sua seconda rete romanista darà più coraggio anche alle seconde scelte, perché nell’ondata continua di infortuni servono per forza anche loro. E pure Belotti, sostituto di Dybala, dimostra che il suo momento di brillantezza non è casuale: l’esultanza del 3-0, quinto centro stagionale, è costruita dal Gallo con un dribbling caparbio su Zappa. La regia dinamica (Bove) e precisa (due assist di Paredes) della coppia in mezzo fa sembrare semplici alcune riconquiste; quanto agli esterni, Spinazzola e Karsdorp, producono i primi due passaggi gol. Utili.
Mou vede i suoi entrare da ogni lato, perché la Roma è svelta nello sfruttare gli errori del Cagliari: nel doppio colpo in un minuto che chiude il match già al 20’, si vede la confusione mentale e tattica dei padroni di casa, con l’ultima linea spezzettata, Hatzidiakos e Sulemana escono anche per alzare il fuorigioco ma in area ci sono tre elementi più bassi. Sul raddoppio poi tutta la copertura è presa in ritardo e la figura più brutta la fanno ancora i difensori con Obert che tiene in gioco Lukaku, e “Hatzi” che gli sta dietro. Ranieri sostituisce il greco con Zappa all’intervallo, ma cambia poco. La Roma si diverte anche dopo, il Cagliari si vergogna.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – P. Archetti
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