Emerge un retroscena che può aiutare a capire la rigidità della Juventus su Soulé, quel tetto posto a 35 milioni da cui ostinatamente non scendere. Meno che mai con la Roma. Aggiungiamo questo elemento scenico alla rappresentazione dell’intrigo d’estate, e magari tutto sarà un po’ più chiaro.
Sfogliamo il calendario a ritroso, arriviamo ai giorni precedenti la partenza per il ritiro tedesco ed ecco che il clima sul futuro del talento argentino si surriscalda un po’, magari un po’ troppo. E allora la dirigenza bianconera decide di fare la voce grossa, quella che il padrone utilizza quando vuole far pesare il ruolo. Una chiacchierata informale, a porte chiuse per chiarire una posizione netta da parte della Juventus: «Allora, capiamoci bene. O accetti la Premier nel momento in cui arriva l’offerta giusta oppure stai qui e giochi in Next Gen». Può starci: è il gioco delle parti.
Quella prospettiva, per chi l’ha pensata così e così l’ha detta, dovrebbe essere l’arma vincente se davanti a te hai un ragazzo di 21 anni ambizioso. In fondo la Premier è la Premier – nessuno può sentirsi sminuito rispetto a qualsiasi altro campionato giocando in Inghilterra.
Poco da fare, un passo indietro. È a quel punto che il giovane Mati raccoglie le idee, pesca lucidità dalle stesse tasche in cui trova la giocata magica e il pensiero diventa più o meno questo… «Mi volevano vendere già a gennaio, hanno intenzione di monetizzare tanto e bene, ma come mi tengono in Next Gen?».
E allora Soulé tira fuori quella garra argentina che i suoi occhi buoni non dovrebbero contenere di default. E la risposta arriva come una sassata. Suona più o meno così. «Ricevuto, va bene. Ma sia molto chiara una cosa anche a voi: se mi muovo da qui è solo per andare alla Roma».
FONTE: Il Corriere dello Sport – F. M. Splendore