“Mi sono vergognato di loro. Nel primo tempo abbiamo avuto solo c…o. E non parliamo di tattica, ma di atteggiamento: non possiamo arrivare a giocare qui in quel modo“. Basta questa istantanea di José Mourinho per raccontare le difficoltà che la sua Roma ha incontrato nella prima frazione di gioco contro la Juventus. È bastato poi un lampo nel secondo tempo per scacciare i fantasmi del passato, di una tradizione negativa all’Allianz Stadium che sembrava non voler lasciare scampo alla Roma ancora una volta.
E invece, dopo ben 60 minuti di sofferenza, apnea e poca lucidità di gestione del pallone, arriva la giocata che risolve la sfida e regala un punto prezioso alla squadra dello Special One. L’angolo avvolgente di capitan Pellegrini, la girata acrobatica di Dybala che torna “a casa” e regala l’assist (50esimo in Serie A) per il primo gol stagionale di Tammy Abraham: con il colpo di testa che supera Szczesny, l’inglese riscuote il credito che aveva con la fortuna, dopo il gol annullato nella sfida dello scorso anno nell’impianto torinese.
Ma è un punto frutto anche di un’intuizione tattica del portoghese che, dopo le enormi difficoltà iniziali, ha stravolto la squadra. Nel primo tempo non funziona nulla o quasi. Se a questo aggiungete che dopo 76 secondi Vlahovic ha già segnato, l’inizio è da film horror. Il portoghese vede la squadra in bambola, all’intervallo lascia negli spogliatoi Mancini e Spinazzola, cambiando copione tattico alla gara e ridisegnando la squadra. Con la retroguardia a quattro, la Roma guadagna campo, Matic sale in cattedra e gli strappi di El Shaarawy riescono finalmente a dare profondità alla manovra giallorossa.
L’analisi della gara dello Special One è durissima: “Nell’intervallo ho detto loro che mi sono vergognato di essere il loro allenatore. A Foti (il suo vice) ho detto di pregare per finire con il risultato di 1-0 il primo tempo, sarebbe stato un risultato fantastico. Ma non abbiamo avuto meriti, siamo stati solo fortunati a finire così. La prima costruzione dal basso piena di errori, è stata dura togliere Mancini, perché secondo me i tre difensori sono stati vittime di un gioco orribile dei quinti e dei mediani”.
Nel secondo tempo si vede in campo un’altra Roma, ma lo Special One lamenta il peso della assenze di Zaniolo, Wijnaldum e di…Belotti. “Avevo una panchina con poche soluzioni offensive, senza Zaniolo, Wijnaldum e uno che può arrivare nelle prossime ore, che può stimolare Abraham a fare meglio“.
FONTE: La Repubblica – A. Di Carlo