Il clamore degli amici per un giorno ha coperto il rumore dei nemici. Succede spesso quando finiscono le storie, specie d’amore intenso. Come quella che legava Josè Mourinho alla Roma. Da ieri lo Special One, infatti, non è più l’allenatore giallorosso.
Il capo-popolo che ha portato la Roma a due finali europee e riempito l’Olimpico praticamente a ogni partita. Il totem dietro quale nascondere spesso carenze tecniche e societarie. Tutto è accaduto all’improvviso, senza che lo sapesse lo stesso Mourinho che si era presentato a Trigoria come tutte le mattine per dirigere la seduta.
Un colpo da cinema, come piace ai Friedkin sbarcati nella notte a Roma col loro jet privato. A sorpresa così come quando Mou era stato annunciato. L’esonero è stato comunicato a Josè intorno alle 8:30 del mattino. Una scelta impopolare dettata dai recenti risultati negativi di una rosa che per Friedkin, vale almeno il 4° posto soprattutto in relazione al monte ingaggi.
Dimenticata Tirana, dimenticata Budapest, dimenticato il fatto che si veniva da un ciclo di ferro con tante assenze e un mercato inesistente. Mourinho ha ascoltato Dan, poi è passato al contrattacco urlando tutto il suo disappunto per le promesse mancate, il mercato nullo e il vuoto dirigenziale. Il presidente a sua volta ha rintuzzato che serviva “un cambiamento immediato necessario” per inseguire gli obiettivi prefissati. Ovvero il quarto posto.
In realtà dietro alla decisione c’è una storia di rapporti mal corrisposti per le lamentele sul mercato e l’atteggiamento verso i poteri forti che i Friedkin avrebbero voluto più morbido. Oltre al comportamento di alcuni calciatori che non sembravano più remare dalla stessa parte. Il tecnico ha incassato, salutato i pochi giocatori che erano li (soprattutto Mancini con il quale si è soffermato a lungo), abbracciato il personale di Trigoria prima di ricevere l’amore dei 50 tifosi (gli altri manifesteranno sabato all’Olimpico). «Ti vogliamo bene», gli dice uno in lacrime. Mou risponde commosso con la mano sul cuore, non si aspettava di essere licenziato così dopo la speranza di un rinnovo.
“Ti ringrazierò per sempre, spero di incontrarti ancora”, dice Dybala spiazzato dalla scelta proprio il giorno dopo la scadenza della clausola. Nessuna parola da Mou. Non è il tempo, e in fondo nemmeno si può visto che sarà un tesserato della Roma fino a giugno. Il tecnico ha sfogato la tristezza coi suoi collaboratori che in estate avevano provato a convincerlo ad andare in Arabia. Era voluto restare dopo la finale rubata col Siviglia, per il legame con la città e per la rivincita che avrebbe voluto prendersi a Dublino. Non gli è stato dato il tempo.
FONTE: Leggo – F. Balzani