Roma–Cagliari ad alta tensione per José Mourinho. Contro ogni aspettativa l’ha vissuta in panchina con lo stesso stress di una finale. La Roma veniva da due sconfitte consecutive e non poteva permettersi di perdere ulteriore terreno, inoltre, l’infortunio di Pellegrini durante il riscaldamento ha cambiato totalmente le carte in tavola.
Per tutta la settimana lo Special One aveva provato Lorenzo con Oliveira, ma il forfait a mezz’ora dal fischio d’inizio per un problema al flessore lo ha costretto a rivedere alcune dinamiche di gioco legate anche al modulo: “A fine gara ho chiesto al dottore di portarmi a fare un controllo“, ha scherzato Mou per l’alto livello di ansia che gli hanno provocato i 90 minuti. Effettivamente il risultato è stato sempre in bilico e la super parata di Rui Patricio è valsa due punti: “Ci ha salvati, ma è un gesto tecnico fuori dal contesto del gioco perché abbiamo dominato e controllato la gara“.
José analizzando a caldo la partita snocciola tutte le occasioni avute dal reparto offensivo e non concretizzate: “Per le statistiche magari non ci sono grandi gol sbagliati, ma quando parti a centrocampo con 3 contro 2 o 3 contro 4, le metà delle volte quelle occasioni sono sempre devono chiudersi con il gol. Sarebbe potuta finire 1-1, ma anche 4 o 5 a 0. Abbiamo fatto fatica a vincere, ma è stato importante perché la squadra ha dimostrato sacrificio anche nella sofferenza finale”. E sicuramente è anche merito dei due nuove acquisti Oliveira e Maitland–Niles.
L’elemento chiave della prima prestazione dell’ex Porto nella Roma non è stato il rigore: “Altri cinque calciatori lo avrebbero tirato. La dimostrazione di personalità è nell’organizzazione della squadra, è stato importante in fase difensiva e offensiva. Ha sbagliato un passaggio per stanchezza, ha giocato bene e semplice anche grazie alla copertura di Kumbulla e Mancini“.
E a proposito di Kumbulla, Mourinho lo ha praticamente riabilitato dopo il disastro di Bodo eleggendolo come migliore in campo: “Ho chiesto alla linea difensiva di giocare alto e lui lo ha fatto, ha avuto criterio con la palla che da lui usciva sempre pulita. È cresciuto, ha avuto tempi difficili, sono stato aggressivo con lui e ho perso anche la fiducia. È un ragazzo straordinario che vuole sempre lavorare e migliorare”.
FONTE: Il Messaggero