José Mourinho nella giornata di ieri ha nuovamente abbracciato tutti i suoi calciatori che in questi giorni sono stati impegnati con le rispettive nazionali. Per la Roma inizia un mini ciclo di partite che dirà le verità sulle reale ambizioni della squadra giallorossa. (…)
Il tecnico portoghese è in cerca della terza vittoria consecutiva in campionato e sicuramente vorrà farlo proprio contro il Monza anche per togliersi qualche sassolino dalla scarpa dopo l’ultima sfida.
Poi l’attenzione si sposterà sulla partita contro lo Slavia Praga (attualmente primo a pari punti della Roma nel girone di Europa League) del 26 ottobre nella Capitale, prima di volare a San Siro per affrontare l’Inter in una gara che potrà spostare non poco gli equilibri del campionato. (…)
Poi l’appuntamento con il Lecce prima del ritorno in trasferta contro lo Slavia per la prima partita di ritorno del girone. A chiudere le danze (prima della sosta delle nazionali) ci sarà il derby. (…)
In un’intervista rilasciata al portale Adidas “Gameplan-a.com”, lo Special One ha parlato del suo concetto di vittoria: “Il segreto della vittoria è prepararsi al meglio. Non fare tutto in fretta, troppo presto, perché è molto difficile. (…) Quindi, quando prendi il tuo primo lavoro da allenatore, devi essere pronto. Se non sei pronto per il lavoro, lo perderai velocemente”.
Inoltre Mou ha sempre attribuito un valore incredibile alla capacità comunicativa, uno dei suoi principali punti di forza: “Non è possibile essere un allenatore di calcio di alto livello senza parlare tante lingue. (…) Alla fine, per avere più empatia e comunicare meglio con le persone con cui stai lavorando devi essere davvero bravo in diverse lingue”.
Mourinho ha parlato anche dell’importanza della figura dell’allenatore: “Devi avere una forte personalità per dire: ‘Ok, io sono il capo, io prendo le decisioni’. Se le sessioni di allenamento iniziano alle 10 del mattino, non aspetto un solo minuto. (…) Come allenatore, devi essere morbido e forte. Forse soft non è la parola giusta – devi essere aperto, molto aperto a ciò che pensano i giocatori, a ciò che i giocatori sentono – e non solo attenerti alle tue idee, perché lavori con un gruppo. Il gruppo deve avere una voce; ha bisogno di avere un’opinione, di condividere. E devi essere aperto con i giocatori per farlo funzionare come una squadra».
Il presente parla chiaro: Mourinho è l’allenatore della Roma e almeno di clamorosi colpi di scena da parte dei Friedkin, lo sarà fino al 30 giugno 2024, giorno in cui scadrà il contratto del portoghese con il club giallorosso. Gli arabi continuano a monitorare da molto vicino la situazione, sperando in un cambio di scenario per portare in Arabia Saudita anche lo Special One. (…) Intanto, Mundo Deportivo parla di un interesse del Real Madrid, che lo annovererebbe tra i possibili candidati per il post Ancelotti.
(…) Antonio Conte ha strizzato l’occhio ad un possibile futuro sulla panchina della Roma. Ha dichiarato che gli piacerebbe vivere una piazza calorosa e passionale come quella giallorossa, ma che allo stesso tempo non ha intenzione di prendere una squadra nel bel mezzo della stagione. (…)
FONTE: Il Romanista – I. Mirabella
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