La Roma sopravviverà anche all’addio di Mourinho, ma si divertirà molto meno, ed è da qui che parto. Non escludo che un giorno – tra una settimana, un anno, due – possa arrivare a Trigoria un allenatore che, con i giocatori giusti e un mercato all’altezza, mostri un calcio godibile.Visti i precedenti storici, però, mi risulta più facile immaginare che senza lo Special le finali europee torneranno a essere un miraggio.
Nella notte delle lacrime di Dybala, si sono moltiplicati i perché e i por qué? Perché, dopo la partita, Dan Friedkin se n’è andato senza salutare Mourinho e la squadra? In America usa così? Perché Roberto Rosetti ha designato per le partite della Roma prima Oliver e poi Taylor, che con Mourinho avevano avuto forti contrasti in Premier? E non mi si venga a dire che è stato per via del City in finale di Champions, presenza che ha tolto all’inglese la possibilità di dirigerla.
Perché in tutti questi mesi sempre Friedkin, da tempo assai vicino a Ceferin e Nasser, non ha mai aperto bocca per tentare di salvaguardare il rapporto della società con la classe arbitrale che non è acqua? Gli è stata chiesta la testa dello scomodo José? Perché Tiago Pinto sorride al nulla? Un direttore non deve occuparsi anche di queste cose? Perché anche in federcalcio Mourinho non è ben visto? È vero che viene considerato destabilizzante?
Perché c’è ancora chi non ha capito che se non avesse mollato il campionato a tre turni dalla fine non avrebbe mai raggiunto Budapest con una squadra i cui elementi migliori accusano problemi di stanchezza e usura? Perché da oltre un anno la Roma non ha più un progetto tecnico chiaro? Perché non è mai stata dietro Mourinho che ha giustamente dichiarato di meritare di più? Quando si volta non trova mai nessuno. Non sono un simpatizzante di Marotta (lo sono stato) ma, sul piano della comunicazione esterna e della gestione politica, rispetto ai dirigenti della Roma è Kissinger.
Tra oggi e lunedì potrebbe decidersi il futuro di JM alla Roma: se non dovessero intervenire novità positive Mendes potrebbe chiedere la rescissione del contratto, anche in assenza di proposte da fuori. Ad ogni modo specifico che è inesatto parlare di rapporti incrinati tra Friedkin e Mou: per volontà del texano, non c’è nemmeno stata occasione di valutarne la qualità.
FONTE: Il Corriere dello Sport – I. Zazzaroni