E sono sette. I cartellini rossi ricevuti da José Mourinho da quando siede sulla panchina della Roma. In meno di tre anni. Se non è record, poco ci manca. Ieri sera l’ultimo della serie, ricevuto a tempo praticamente scaduto della sfida con l’Atalanta. Protagonista l’arbitro Aureliano, colpevole secondo Mou, di una direzione di gara discutibile culminata con il mancato fischio a Lukaku lanciato a rete.
Per la quarta volta in stagione (ottava se contiamo anche l’Europa League) la Roma non avrà il suo allenatore in panchina. Un’abitudine ormai radicata con cui i membri dello staff di Mou riescono ad infiammare il clima a bordo campo, a volte provocando o addirittura sfiorando il contatto con le panchine avversarie. Una modalità intimidatoria studiata a tavolino, soprattutto nelle partite in casa. Per creare quel clima da corrida, supportato dai 60.000 dell’Olimpico, utile a volte a ribaltare le partite.
Il lato oscuro della Roma che serve a nascondere il non gioco dei giallorossi. Uno spartito che si poggia sui nervi, sulle proteste, sull’essere “banditi”. Come più volte espressamente richiesto dallo Special One. Per il giuoco del calcio è meglio ripassare. Perché almeno all’Olimpico si fa spesso tanto altro.
FONTE: La repubblica – M. Juric