“Voglio continuare nella Roma”. Una frase fragorosa, quella pronunciata a più riprese e in ogni intervista concessa da José Mourinho nel postpartita di Bologna-Roma 2-0. Solitamente si dice “fulmine a ciel sereno”, in questo caso è l’esatto opposto: un raggio di sole che illumina una serata piovosa – per quanto s’era visto in campo -, generando all’orizzonte un arcobaleno che sa di futuro. Quel futuro che Mourinho vuole trascorrere a Roma, con la Roma, per tornare in alto insieme a lei. «Sarebbe troppo difficile per me separarmi da un club e da una tifoseria unica – ha proseguito lo Special One. Se ci sarà un addio a fine stagione non sarà per volontà mia». Spazzati via, una volta per tutte, tutti i dubbi sulla volontà di Mourinho rispetto al suo domani, con il contratto – firmato a maggio 2021 quando ha avuto inizio la sua avventura a Trigoria – che è in scadenza al prossimo 30 giugno.
Adesso è ufficiale, la palla passa ai Friedkin – che in realtà l’hanno sempre avuta tra le mani, o tra i piedi se preferite – che, come confermato dallo stesso José ieri sera, ancora non si sono fatti vivi per discutere di rinnovo: «La proprietà è sovrana, decide lei quando parlare con me – prosegue il tecnico di Setubal. Se dovessimo continuare insieme dovremmo pensare bene ai paletti sul mercato. Con la società non ci sono divergenze, se loro potessero spenderebbero 20 o 30 milioni a gennaio, ma ci sono dei limiti. Per Pinto sarebbe più facile fare il ds di una squadra di Championship». Ancora sul progetto: «Magari è meglio lavorare con i giovani che hanno un potenziale da sviluppare, piuttosto che con giocatori che non hanno niente da sviluppare in vista del futuro. Vorrei continuare e sono disposto a pensare in un modo diverso».
Un Mourinho pronto a cambiare, per rimanere a Roma, per rimanere con i tifosi della Roma: «Non voglio scappare da questo tipo di difficoltà – prosegue in conferenza -, sono disponibile per ogni tipo di progetto che la società decide di fare per la prossima stagione e per i prossimi anni. Se decidono che non sono la persona giusta per farlo, lo rispetto ovviamente. Sono assolutamente disponibile, ma devo decidere la mia vita prima di giugno. Ma la mia disponibilità per questa gente, dentro la società, per la proprietà, per quelli che erano lì 90 minuti al freddo dopo un brutto risultato (si riferisce ai tifosi nel settore ospiti, ndr), dopo tutto quello che mi hanno dato, non sarò mai io ad andare». (…)
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FONTE: Il Romanista – S. Valdarchi