La differenza tra la teoria e la pratica, tra la carta e il campo, è negli usi e costumi di un allenatore: la Roma ha investito su un gruppo di svincolati di lusso per migliorare la rosa, aggiungendo gente di livello come Dybala, Matic, Wijnaldum e Belotti.
Ma per un motivo o per un altro, José Mourinho non ha cambiato le sue abitudini: nelle prime sette giornate di campionato ha scelto solo 15 giocatori diversi nella formazione titolare. E uno di loro, Kumbulla, si è infortunato dopo pochi minuti di gioco contro il Monza.
Dopo la sosta forse le cose cambieranno. La squadra cioè potrà svelare nuove risorse, dallo stesso Belotti al guineano Camara passando per El Shaarawy, per non parlare di Wijnaldum che sarà disponibile da gennaio. Ma per il momento la Roma è la squadra più immutabile del campionato.
Mourinho precede di una lunghezza Giampaolo della Sampdoria nella ricerca di una stabilità generale. Forse la virtù come sempre sta nel mezzo: le due capofila, Atalanta e Napoli, hanno rispettivamente ruotato 19 e 18 elementi della rosa. Un compromesso funzionale.
Nella Roma fino a questo punto del campionato soltanto due calciatori hanno giocato ogni minuto: Rui Patricio, il portiere, e Ibañez, fresco di prima convocazione nella nazionale brasiliana. Gli altri sempre titolari sono invece stati Pellegrini, Cristante, Mancini e Abraham.
Mourinho ha già spiegato le sue ragioni. Non ritiene, soprattutto in alcuni ruoli, di poter garantire lo stesso livello di performance sostituendo un calciatore con un altro. È un sistema gestionale che un po’ sorprende, dopo le mosse di mercato estive.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida