Mentre la Roma vuole dimenticare l’arbitro Taylor, quello della finale di Budapest, a Tiraspol sono interessati soprattutto a ricordare. La città è in fermento. E per capire la portata dell’evento bisogna osservare cosa succede alla fine della conferenza stampa: giornalisti locali, inservienti dello stadio, amici degli amici si mettono in fila per aspettare José Mourinho e chiedergli una foto.
Quando ricapiterà di rivederlo in Transnistria? Lui si concede con pazienza ai cacciatori di cimeli, almeno quindici persone, e fiuta sornione le insidie della trasferta, che l’Uefa ha fatto giocare nella sede naturale nonostante i venti di guerra distanti pochi chilometri. «Lo Sheriff ha grandi motivazioni – ammette – e giocherà nel suo stadio con la gente a spingerlo. È un club che pochi anni fa ha vinto in Champions League al Santiago Bernabeu, quindi va rispettato. Non vogliamo ripetere l’errore commesso un anno in Bulgaria: perdendo la prima contro il Ludogorets ci siamo complicati la vita nel girone e abbiamo dovuto giocare uno scomodo playoff con il Salisburgo per qualificarci. Vedrete una Roma seria stavolta». Che dovrebbe bastare per evitare figuracce contro i ragazzi allenati dall’italiano Roberto Bordin: lo Sheriff è al numero 77 del ranking.
È un punto di partenza verso un altro “sogno“, come lo ha chiamato lui. Alla terza stagione da allenatore, punta alla terza finale. Lo stesso ha auspicato la Ceo, Lina Souloukou, nella prima uscita pubblica ai sorteggi di Montecarlo. La Roma non si è fermata alla dolorosa sconfitta contro il Siviglia. Mourinho ha un moto d’orgoglio ricordando le proteste sull’arbitraggio del 31 maggio: “Io continuerò a dire, anche quando avrò smesso di allenare, che la finale di Budapest non è stata persa… È ciò che sento. Per il resto, ripartiamo da zero. L’obiettivo intanto è vincere il girone per andare agli ottavi direttamente. Non so se sia più facile arrivare in Champions attraverso il campionato o l’Europa League, in questo momento è impossibile prevederlo. Ma cercheremo di restare in corsa su entrambi i fronti, come del resto è accaduto nella stagione passata fino a otto giornate dalla fine”.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida
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