Un fulmine che ha squarciato all’improvviso il cielo stregato dell’Olimpico, riportando la quiete dopo la tempesta, con l’urlo dei 64 mila giallorossi che per la prima volta in stagione hanno sillabato il suo nome: “Azmoun!”. Una gara che sembrava senza via d’uscita: il rigore sbagliato e i tentativi di Dybala, che per poco non si sono rivelati pure magie. (…)
Ed ecco il coup de théâtre, lo spunto che non ti aspetti, una rete che l’iraniano non dimenticherà mai e che da tanto tempo stava aspettando. Dopo il palo colpito nella sfida contro il Monza, anche lì negli ultimi minuti di gioco, finalmente l’ex Bayer Leverkusen si è sbloccato a modo suo, sorprendendo tutti, segnando il gol della speranza che sembrava smarrita.
È entrato in area come una saetta, ha staccato di testa come lui sa fare e in un attimo la palla ha gonfiato la rete, il fine corsa che tutti i cuori giallorossi stavano aspettando. Eccolo il gol del pari e la partita dell’Olimpico che torna nuovamente in bilico. Azmoun salta di gioia, nel momento della sua rabbiosa esultanza, caricando la squadra con la mentalità di chi non si accontenta: “Vamos, we have time”. (…)
Tempo al tempo, però, perché l’italiano lo sta studiando tutti i giorni, nonostante le lingue neolatine non siano troppo affini al suo vissuto, dopo l’esperienza in Russia e in Germania. Ma, al di là delle barriere linguistiche, ora Azmoun vuole conquistare la fiducia, già ben salda, di Mourinho. Giovedì non partirà insieme al resto del gruppo alla volta di Praga, resterà a Trigoria per preparare al meglio il derby di domenica prossima (…)
La velocità, i movimenti e lo stacco sono i suoi punti forti. E queste doti le coltiva sin da quando è piccolo, quando giocava a pallavolo seguendo le orme di suo papà, che per due stagioni consecutive è stato il giocatore più forte di tutta l’Asia. Ma la scelta di virare sul calcio, alla fine, per Sardar si sta rivelando la decisione più azzeccata della sua vita.
Ma la pallavolo è rimasta nel cuore di Azmoun, così come l’ippica, una passione, anche quella, trasmessa dalla famiglia sin da bambino. A Roma più volte il numero 17 giallorosso si è recato all’ippodromo di Capannelle per assistere a diverse gare d’ippica: a breve il calciatore giallorosso ha in agenda di acquistare un nuovo cavallo, qui nella Capitale, da aggiungere alla sua numerosa scuderia , che annovera già 52 esemplari.
Sardar ha trovato a Roma il suo habitat ideale per il clima, la gente e la cultura italiana. Ma anche la gioia più grande: lo scorso 25 settembre è arrivata Nava, la sua primogenita. E mentre il suo periodo di ambientamento volge al termine, aiutato dalla compagna Anahita, Sardar ha ribadito più volte un concetto alle persone a lui più vicine: “A Roma voglio rimanerci a lungo”. (…)
FONTE: Il Romanista – D. Sarti