Massima collaborazione. Con queste due parole l’Assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, Maurizio Veloccia, ha voluto smentire alcune indiscrezioni riportate ieri che avrebbero voluto la Roma e il Comune distanti sul progetto per il nuovo stadio a Pietralata. (…)
“In merito a quanto riportato da alcuni articoli di stampa su presunti malumori di Roma Capitale nei riguardi della AS Roma – ha dichiarato in una nota l’Assessore impegnato in prima persona nel dialogo con il club giallorosso – voglio smentire questi rumors e confermare, anche a nome del Sindaco Roberto Gualtieri, che c’è un clima di massima collaborazione tra l’Amministrazione e la Società”.
“La Roma – ha proseguito Veloccia – sta effettuando tutte le attività propedeutiche alla presentazione del progetto definitivo e sono in corso i sondaggi geognostici e archeologici. Nessuna tensione quindi, anzi, i rapporti sono positivi e costanti”. Una smentita che trova le sue ragioni nei tanti pettegolezzi che animano la nostra città, soprattutto quando si parla di Roma (e del suo stadio), e che spesso prestano il fianco a interessi di parte, politici o imprenditoriali che siano.
Anche per questo ieri sulle frequenze di Radio Romanista abbiamo voluto ascoltare chi in queste settimane si è fatto per molti versi portavoce delle preoccupazioni per il silenzio della Società, Ferdinando Bonessio, Presidente della Commissione Sport di Roma Capitale. “Ormai siamo a un anno dall’approvazione del pubblico interesse – ha esordito Bonessio – pure se accompagnato da decine di prescrizioni e da ordini del giorno che davano alcune indicazioni. Su queste ci sono tutt’oggi dei silenzi”.
In realtà la Roma ha sempre rimandato la risposta ad ogni interrogativo emerso in queste fasi alla consegna del progetto definitivo, cosa non solo ammessa dai regolamenti, ma soprattutto in linea con il rispetto per le istituzioni coinvolte, che mal digerirebbero fughe di notizie non comprovate dai fatti (il progetto per l’appunto).
Fatto questo che anche lo stesso Bonessio ha dovuto ammettere nel corso dell’intervista. Intanto il Tar del Lazio ha respinto i ricorsi di Eurnova e Cpi contro l’abbandono del progetto di Tor di Valle. I giudici hanno ritenuto il ricorso “inammissibile, per carenza di interesse”. Respinte anche le domande risarcitorie pari a circa 260 milioni di euro (30 Eurnova e 230 Cpi). (…)
FONTE: Il Romanista – A. De Angelis