Al minuto 68 di Verona-Roma, Paulo Dybala ha scelto di fermarsi. Terrore negli occhi di Mourinho nascosto in qualche stanza del Bentegodi che tramite l’auricolare ha chiesto immediatamente cosa fosse successo. In un attimo il pensiero è tornato alla scorsa stagione quando si è dovuto privare di Paulo per qualche partita di troppo. Ieri l’argentino ha confidato di sentirsi meglio ma in giornata effettuerà un esame all’adduttore destro per indagare sull’entità dell’eventuale danno. Se il responso sarà confortante allora sarà in campo per la partita contro il Milan di venerdì; altrimenti arrivederci a dopo la sosta. La Joya ha ripreso da dove aveva lasciato, non riesce a garantire continuità e, in una rosa in cui lui rappresenta il punto di forza, le sue assenze potrebbero diventare determinanti.
Il patto con José è che appena sente un leggero dolore, può chiedere il cambio per evitare di peggiorare la situazione. Di certo, però, nessuno si aspettava che si fermasse nella prima partita ufficiale (contro la Salernitana era squalificato) senza terminarla. Come è accaduto nell’amichevole di pre-campionato contro il Tolosa nella quale, per lo stesso problema, ha chiesto la sostituzione poco dopo la mezz’ora.
Mourinho aspetta già oggi una risposta sulle sue condizioni per preparare la gara contro il Milan. L’alternativa, in caso di assenza e aspettando Lukaku, sarà schierare la coppia Belotti–El Shaarawy che ha esordito in campionato. Improbabile che possa partire Solbakken e praticamente impossibile contare su Azmoun con cinque giorni d’allenamento e in condizioni atletiche precarie. Dybala è uno di quei giocatori nella rosa della Roma estremamente fragili al pari di Renato Sanches fermato anche lui da un problema muscolare rimediato in allenamento la scorsa settimana e per il quale, salvo miracoli, potrà tornare direttamente contro l’Empoli il 17 settembre. C’è poi Paredes che qualche acciacco lo ha avuto sia lo scorso anno che quelli precedenti, ma la cura Mourinho e dello staff potrebbero rimetterlo in sesto e fargli vivere un campionato con più continuità rispetto a quanto accaduto con la Juventus. Tra qualche giorno ci sarà anche Lukaku, visto che dovrà essere rimesso in sesto e fare da capo la preparazione, considerando che il Chelsea lo ha messo fuori rosa e lo ha fatto allenare con l’Under 21.
Insomma, quando Mourinho ha detto: «Siamo diventati specialisti nell’allenare giocatori esperti che devono tornare al livello che hanno avuto», è perché la strategia scelta a Trigoria è di ingaggiare calciatori di qualità ma con una condizione fisica discutibile. Da Azmoun reduce da un mese di stop per un problema al polpaccio che lo ha costretto a saltare tutta la preparazione con il Bayer Leverkusen, passando per Sanches, Paredes e tra poco Lukaku. Costi per il cartellino praticamente nulli, ma poche garanzie. Un mercato dell’usato poco sicuro e da ricondizionare. A peggiorare la situazione ci sono poi gli infortuni traumatici che coinvolgono qualsiasi calciatore, anche i più giovani. Come è accaduto sabato a Zalewski che in uno scontro di gioco ha rimediato una botta fortissima a stomaco e costato ed è stato costretto a chiedere il cambio. Nulla di grave, sarà regolarmente in campo con il Milan.
FONTE: Il Messaggero
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