Ormai è chiaro che l’obiettivo 2027 non è più alla portata della Roma per la realizzazione del suo nuovo stadio a Pietralata. (…)
Il sindaco Roberto Gualtieri, intervenuto a Un giorno da pecora su Rai Radio 1 e che domani sarà ospite di Radio Globo, ha esplicitamente parlato di «tempi non biblici» per l’impianto giallorosso e ha fissato il nuovo obiettivo al 2028. Parole che fanno seguito a quelle di alcune settimane fa del presidente della Lega Serie A, Ezio Simonelli, del presidente della Uefa, Aleksander Ceferin e del presidente della Fifa, Gianni Infantino, che avevano dichiarato che la Roma avrebbe giocato nel nuovo stadio le partite della stagione 2028/2029.
Tutti convinti quindi. Ed allora perché usare il condizionale? Intanto perché quando si parla di grandi opere, soprattutto a Roma, le incognite sono sempre dietro l’angolo, che si tratti di problemi burocratici, di ricorsi alla giustizia (oggi peraltro potrebbero esserci alcune novità dal TAR del Lazio), o di ritrovamenti archeologici di un qualche valore. Tutte cose che possono magari non bloccare, ma rallentare la costruzione del nuovo stadio. Le polemiche non mancano mai infatti, come testimoniato proprio questa settimana da un presunto problema relativo al ponte ciclopedonale che dovrebbe collegare lo stadio a via Livorno. I lavori della Commissione trasparenza del Municipio II avevano fatto emergere l’eventualità che questo ponte potesse non essere realizzato.
Per placare ancora una volta gli animi è dovuto intervenire il direttore generale di Roma Capitale, Paolo Aielli, ha dichiarato: «Smentisco l’ipotesi dell’eliminazione del ponte ciclopedonale. Questo attraversamento, insieme a quello previsto per la stazione Tiburtina e via dei Monti Tiburtini, resta una parte fondamentale delle prescrizioni emerse nella delibera di dichiarazione di pubblico interesse». Altro elemento che ci fa usare ancora il condizionale per il 2028 è poi forse quello più importante. La Roma, dopo 18 mesi dall’approvazione del Pubblico Interesse, non ha ancora consegnato il progetto definitivo.
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Insomma sembra che dalle parti di Trigoria non ci sia tutta questa fretta. Fatto curioso, ma coerente con una società che non ha un amministratore delegato dallo scorso 22 settembre. Nessuno mette in dubbio che la Roma e la sua proprietà vogliano realizzare il nuovo stadio, ma il tempo stringe.
FONTE: Il Romanista – A. De Angelis