Il derby della scorsa stagione gli spalancò le porte della Roma, quello di domenica può dargli la definitiva consacrazione. Di certo c’è che Lorenzo Pellegrini lo vivrà in modo particolare, non fosse altro perché da sempre li vive così, lui che è romano e romanista. Tifoso, verrebbe da dire, anche se poi nel professionismo il senso del tifo si annacqua strada facendo. Non per Lorenzo, però, che lo è rimasto e che vuole subito contribuire a rimettere sulla retta via la Roma. (…)
Che poi Lorenzo abbia un rapporto particolare con i derby lo dimostrano anche i numeri. Con la Primavera l’ha quasi maledetto, viste le tante amarezze vissute (cinque sconfitte in sette sfide, con un solo successo personale), con la prima squadra l’ha invece benedetto. Perché il primo della sua storia lo ha di fatto consacrato nell’olimpo giallorosso. Già, era il 29 settembre scorso e Di Francesco aveva appena cambiato modulo alla sua Roma, trasformando il 4-3-3 in 4-2-3-1 per mettere più a suo agio Pastore ed avvicinare un giocatore a Dzeko, in modo da farlo sentire meno solo. Sulla carta doveva essere proprio il derby di Pastore, alla fine è stato quello di Pellegrini. (…)
In caso dovesse andare bene la sfida di domenica, Pellegrini avrebbe anche la dedica già pronta, visto che il 15 agosto scorso è diventato papà per la prima volta della piccola Camilla. Insomma, non è difficile pensare che se dovesse segnare un gol, fare un assist decisivo o anche solo portare a casa la vittoria, il primo pensiero sarebbe proprio per la figlioletta. (…) Domenica, dunque, Lorenzo vuole cercare di riequilibrare i conti, possibilmente con una vittoria. In questi giorni Fonseca deciderà poi dove schierarlo, se mediano davanti alla difesa come contro il Genoa o magari trequartista centrale, alle spalle di Edin Dzeko.
Già, perché la possibilità di vederlo anche alto contro la Lazio ci può stare, considerando pure che il tecnico portoghese sembra intenzionato a buttare dentro uno tra Diawara e Veretout in mezzo al campo per dare maggiore equilibrio alla squadra. Perché lì serve e perché la Lazio ha maggiore densità (e uomini) in mezzo al campo ed allora può essere più utile un combattente o un giocatore muscolare, piuttosto che un palleggiatore. (…)
FONTE: La Gazzetta dello Sport