Marco Delvecchio ha parlato al quotidiano. L’ex attaccante della Roma, oltre a Dybala, acquisto paragonato a quello di Batistuta nell’anno dello scudetto, ha parlato soprattutto di Nicolò Zaniolo.
Delvecchio, le piace la nuova Roma? “Sta crescendo bene, mi sembra, no?”.
Punterà in alto? “Dal quarto posto in su”.
Dybala come Batistuta, si è detto? “Come tipo di acquisto forse un po’ lo ricorda, ma come caratteristiche direi che parliamo di due calciatori diversi. Paulo lo accosterei più a Montella. Gabriel non fu l’unico acquisto decisivo in quella stagione, un solo uomo non poteva bastare per fare il salto verso lo scudetto. Non dimentichiamo che con lui arrivarono Emerson e Samuel, oltre a Lupatelli, Zebina, Guigou e magari ne dimentico pure qualcuno”.
Sì ok, ma Bati che giocatore era? Lui diede lo strappo per lo scudetto…. “Era veramente incredibile, un vero professionista arrivava un’ora prima al campo e se ne andava un’ora dopo tutti gli altri, una forza della natura e lo metto al primo posto fra gli attaccanti. Fece un girone di andata eccezionale, ma non va dimenticato l’apporto di Montella nel girone di ritorno. E poi Totti. Tutti insomma, anche il sottoscritto (ride)….”.
Abraham le piace? “Moltissimo, è forte e può crescere ancora tanto, ha dei margini incredibili. Non pensavo facesse così tanti gol al primo anno, è stata una bella sorpresa. Non è facile per un giocatore che arriva da un’altra realtà, anche a livello tattico, adattarsi in fretta e invece lui è stato bravissimo e sta mettendo insieme numeri importanti. La Roma in attacco è in buone mani”.
Zaniolo deve restare? “Sì, che fa va via proprio sul più bello? Roma non si lascia a cuor leggero”.
Mourinho come Capello, regge il paragone? “Intanto spero che il percorso romano sia lo stesso, visto che Capello in due anni ha vinto lo scudetto e José è alla seconda stagione. Allenatori così carismatici e vincenti hanno sempre qualcosa in comune. Però va dato loro tempo, anche noi con Capello non abbiamo vinto subito, il primo anno non andò benissimo, mentre la Roma di Mourinho una coppa europea l’ha vinta. Ma lui era una garanzia come lo è Mourinho adesso”.
La Roma quest’anno ha costruito un tridente pesante come quello del vostro scudetto, è d’accordo? “Diciamo che potenzialmente sì, poi noi abbiamo vinto. Posso augurare che accada lo stesso alla Roma di oggi, le potenzialità ci sono”.
Capello il tridente pesante lo faceva giocare poco, però…. “Aveva trovato equilibrio in un’altra maniera…”.
Facendole fare il terzino… “Esatto”.
E qui, con Mourinho, chi difende alla Delvecchio? “Ah, non saprei. Forse Zaniolo, con quel fisico, può dare una mano in fase difensiva. Mourinho all’epoca dell’Inter lo ha chiesto a Eto’o, non vedo perché non possa farlo anche a Roma. Se si vuole giocare in quel modo, è giusto che qualcuno corra per due”.
Ci sono anche altre soluzioni, immaginiamo. “Direi di sì e non è detto che ogni partita si debba entrare in campo sempre nella stessa maniera. Ci sono calciatori con caratteristiche offensive e allo stesso tempo bravi a difendere. Penso a Zalewski, che nasce attaccante ma lo scorso anno ha imparato a fare il terzino e quindi a difendere. Dipende anche da che modulo adotterà, se continuerà con i tre dietro, se farà 4-2-3-1, o addirittura un 4-3-3, in questo caso Zaniolo e Dybala possono giocare più aperti e Abraham in mezzo”.
Balla la posizione di Pellegrini… “Lorenzo può fare un po’ tutto. Nasce mezz’ala, si è specializzato nel ruolo di trequartista. Non credo abbia problemi di posizione. Lui gioca sempre”.
La Roma ha acquisito esperienza e qualità, cosa manca ancora? “Intanto con Matic ha coperto il centrocampo, un reparto che lo scorso anno è andato avanti sempre con gli stessi. Ha preso Celik, un cambio per Karsdorp e vedremo a che livello sarà. Forse, se Mourinho vorrà continuare con la difesa a tre, servirà un altro centrale. Poi mi sembra ci sia un po’ tutto. E il calciomercato non è nemmeno finito, chissà non si escludono sorprese. Per la Roma è importante tornare in Champions. La società si sta muovendo bene, è uscita dalla Borsa, sta pensando concretamente a costruire lo stadio, ha riportato la gente allo stadio. La vittoria in Conference deve essere solo l’inizio di un percorso”.
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni