Di solito il pronostico si chiede alla fine. Qui anticipiamo i tempi. Chi vince all’Olimpico?
“Dico pareggio”.
Ok, diplomatico… “No, penso davvero che possa finire così, perché l’Inter è in un grande momento di forma ma la Roma non può perdere altro terreno in classifica”.
È la partita di Mourinho, questa, per la prima volta avversario dell’Inter… “E credo che nel suo cuore proverà molta emozione, anche a distanza di tanti anni certe cose non si dimenticano”.
Lo vede cambiato? Oppure è sempre il Mou che ha conosciuto lei? Sa che è un tema di discussione in Italia, questo… “È sempre José. È una persona intelligente, sta imparando”.
In che senso, scusi? “Sta imparando a conoscere i suoi giocatori, a relazionarsi con una tipologia di squadra che non allenava da tempo. Vede, all’Inter aveva giocatori esperti, il nostro era un gruppo abituato a stare ad alto livello. E quindi lui sapeva perfettamente cosa chiedere, immaginava anche quali risposte avrebbe potuto ottenere. Alla Roma, in questa Roma, non è così. Ha un gruppo di lavoro giovane. Vedo ragazzi bravissimi, penso a Pellegrini, Ibanez, Zaniolo. E paradossalmente si impara di più da calciatori così, che devono ancora formarsi del tutto. Le due entità, tecnico e squadra, devono ancora conoscersi a fondo. Serve più tempo, è normale. E certamente è una sfida più difficile”.
Gli arbitri: ecco, qui non c’è discussione sul fatto che Mou sia sempre lo stesso… “La verità è una: per lui i giocatori devono restare fuori da ogni commento negativo post partita. Lui vuole che in tv o sui giornali ci sia la sua faccia e basta. E quindi sposta l’attenzione, è un modo per proteggere i suoi. Tanto poi quello che deve dirti te lo fa arrivare. E questa cosa è apprezzata dai giocatori, almeno noi così la sentivamo”.
Quanto c’è stato di Mou, in quello scudetto strappato alla Roma nell’anno del Triplete? Ipotizziamo noi: dieci punti? “No, più di dieci. Almeno la metà sono suoi. E il meglio lo dava quando ti motivava contro le piccole squadre, quando magari la voglia non era al top”.
Questa Inter è ancora la favorita per lo scudetto? “È senza dubbio la più forte. Mi piace anche il Napoli, ma è un gradino sotto. Vedo l’Inter avanti perché ha aggiunto gente di qualità come Dzeko e Calhanoglu, gioca meglio che con Conte. E perché in mezzo c’è un giocatore che mi esalta: Brozovic. Non era così prima, è cresciuto, ha una qualità di gioco impressionante”.
La domanda sul pronostico l’abbiamo già fatta. Ce lo racconta un aneddoto con Mou? “La volta in cui feci una doppietta a Siena per avere una settimana in più di vacanza post Natale si conosce già. Quel che non si sa, è che la scommessa la proposi io…così io partii felice e Mourinho perse. Ma in fondo, fu una vittoria anche per lui, no?”.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – D. Stoppini