Dopo la Juventus la Roma è diventata la squadra per cui Paulo Dybala ha giocato di più (ad oggi 95 partite) e segnato di più (35 reti). Non possono essere, però, i freddi numeri a raccontare cosa l’argentino abbia significato per i tifosi e cosa Roma abbia significato per lui.
Se ancora adesso Dybala fatica a mettere la parola fine al suo legame con questa città e questa squadra è solo per il grande, grandissimo affetto che i romanisti hanno nei suoi confronti. Ricambiati. Se Paulo, per essere più chiari, fatica a vedersi con un’altra maglia addosso è perché prima di lasciare la Roma vorrebbe (voleva?) una cosa: vincere.
Le lacrime sono il filo conduttore: quelle versate da tanta gente, soprattutto i più piccoli, la sera della presentazione al Colosseo quadrato, il 26 luglio 2022, quando, con la Conference appena vinta, Mou in panchina e lui in campo tutto sembrava possibile. Quelle di Budapest, perché non era solo “football”, come invece pensava il “signor Matic”. E quelle di questa estate quando Dybala ha lasciato sul piatto i milioni arabi per darsi ancora una possibilità a Roma e nella Roma.
Stavolta l’epilogo appare, oggettivamente, diverso: perché il calcio turco non è così distante da quello italiano e perché questa stagione somiglia a un calvario. E allora forse, nonostante l’amore, i ragazzini che fanno la DybalaMask, le migliaia di magliette vendute e i fantastici numeri sui social, meglio dirsi addio. Stringendosi la mano e con tanti rimpianti per quello che poteva essere e non è stato.
FONTE: Il Corriere dello Sport – C. Zucchelli
[video_gallery filter=”tax::category::is::videogallery1;”]