Resta la Joya e non è poco. L’unica della sfida di Europa League che finisce come peggio non si può. Nel finale Henrique firma il sorpasso e il Betis Siviglia vince all’Olimpico, padrone in campo e nel gruppo C. Zaniolo espulso nel recupero, quando Dybala è già in panchina, sostituito con il risultato ancora sull’1-1. La sua felicità soffocata improvvisamente dalla seconda sconfitta casalinga di fila, dopo quella con l’Atalanta in campionato, gara saltata dall’argentino.
Che si era levato la maschera per la notte di coppa. Niente di strano, però. Se l’è tolta da un pezzo, facendo capire presto di che cosa è capace. Siamo già a 6 reti in 10 presenze: 4 in campionato e 2 in Europa League. Eccolo Paolino in quel lungo primo piano che lo accompagna nella festa. La telecamera inquadra il bambino che sorride al suo popolo. E per chi non vede la sua espressione, si tira gli angoli della bocca con gli indici delle mani. Nessuno si deve perdere il suo stato d’animo.
In Europa e sul pianeta, Dybala vuol far vedere quanto è bella sua nuova avventura, decisivo e al tempo stesso coccolato qui nella Capitale. Sono 62.924 gli spettatori, compresi i quattromila spagnoli. Ma l’urlo è solo per Paulino che lascia però lo stadio a testa bassa. Bravo è il portiere, ma ancora di più lo è Dybala a guardarlo in faccia senza farsi spaventare. Occhi di ghiaccio, a fissarlo. Poi sinistro a spiazzare il numero uno del Betis Siviglia.
È il suo primo rigore da giallorosso, trasformato con freddezza e classe. L’esultanza è quella scelta per Mou: allarga le braccia e, correndo, fa l’aeroplanino. Come Montella per lo scudetto del 2001 e come gli è stato chiesto dallo Special One. Deve far volare la Roma. E ci prova sul serio.
Anche perché gli altri faticano. Da Zaniolo ad Abraham. Dybala è come dovesse dar coraggio ai compagni. Alla Roma che non riesce a correre quanto i biancoverdi di Pellegrini. Da fermo sblocca il risultato e, prima dell’intervallo dopo il pari di Rodriguez, sta per ripetersi: sinistro al volo, ma quello è proprio Bravo e alza in angolo
FONTE: Il Corriere dello Sport – U. Trani