Ha sentito le parole di Ranieri, ne aveva già ascoltato i consigli e le raccomandazioni. Adesso chiede solo di giocare per mettersi alle spalle un trimestre quasi irreale di frustrazioni. È ancora a zero reti, ha bisogno soprattutto di tornare a credere in se stesso. Il “romano introverso“, come lo ha definito Ranieri, ha il suo caratterino. È un ragazzo che sorride poco, friggendo nei suoi tormenti. Però storicamente non è il tipo che tira indietro la gamba o non si prende le responsabilità. Spesso gioca quando non sta bene, spesso sbaglia perché prova.
La fama di mangia-allenatori, che ormai sembra una lettera scarlatta stampata sulla schiena, è ingenerosa per non dire immeritata. Se fosse stata vera, gli avrebbe consentito di salvare De Rossi. Invece Pellegrini ne ha involontariamente causato l’esonero, perdendo quel pallone per un contrasto falloso sulla trequarti dalla quale è nata l’ultima azione del Genoa. Invece quando i Friedkin hanno deciso per il cambio in panchina, il capitano non è stato interpellato.
A 28 anni Pellegrini è così sperduto da avere persino detto “se il problema della Roma sono io, me ne vado“. È stato inghiottito da una crisi professionale e forse anche personale che gli è costata il posto in Nazionale. Ma siccome il talento non gli manca, magari basterà una scintilla a risvegliarne le conoscenze.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida