Capitani ereditari per coincidenza ma non per caso. Lorenzo e Di Lorenzo, saranno loro a indirizzare emotivamente la partita dell’Olimpico, in cui anche un dettaglio psicologico può fare la differenza. Loro che per arrivare ai gradi di leader hanno dovuto attraversare tutto il cursus hohorum. Loro che per le rispettive squadre sono insostituibili. Tra Mourinho e Pellegrini basta uno sguardo. E’ stato nominato capitano all’improvviso, pur essendo un predestinato. Gli hanno detto che Dzeko sarebbe stato degradato dopo il duro scontro con Fonseca.
Avrebbe volentieri aspettato per lealtà verso il compagno di squadra, ma di fronte alla rigidità dei dirigenti ha accettato. Da quel momento nessuno l’ha più discusso, nello spogliatoio e allo stadio. Il rinnovo contrattuale ha poi fortificato il suo legame con la Roma. E’ difficile ormai pensare che Pellegrini possa giocare con un’altra maglia. A 26 anni, nel pieno della maturità calcistica, vede solo i colori che amava da bambino.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida