Una serata da dimenticare. Nel suo stadio, nella sua città, davanti a migliaia di suoi tifosi. Peggio non poteva andare per Lorenzo Pellegrini. Nel suo Olimpico avrebbe voluto certificare la risalita e, invece, nulla è andato come previsto. Uno stadio in cui un tempo si sentiva a casa, adesso è diventato quasi ostile. O comunque lo mette in difficoltà, probabilmente per via dei fischi e dei mormorii.
Essere capitano vuol dire anche non abbattersi nei momenti più duri, trasferendo a tutti la forza di rialzarsi. Come facevano Totti e De Rossi. Forse, Lorenzo paga il confronto con loro. Inoltre, non viene identificato come capitano leader e carismatico per via del suo carattere riservato e poco espansivo. C’è poi il capitolo infortuni, ne è spesso stato vittima e spesso ha giocato con affaticamenti muscolari che hanno inciso sul suo rendimento. E poi l’equivoco della posizione, da trequartista a mezzala fino a centrocampista centrale.
FONTE: Il Messaggero