«Ora tutti vedono le mie qualità». In un’intervista a «Leggo», Emerson Palmieri ci ha tenuto a ribadire con orgoglio che, nonostante lo scorso anno avesse messo in mostra più ombre che luci e dopo il disastroso inizio di stagione contro il Porto, lui in questa Roma può starci eccome. Il difensore brasiliano, ormai da un paio di mesi titolare fisso, aveva evidenziato miglioramenti importanti già sul finire della scorsa stagione – vedi il gol al Milan a San Siro all’ultima giornata –, ma poi sembrava essersi perso, fino a che Spalletti, dandogli fiducia contro tutto e tutti (dentro e fuori Trigoria) ha continuato a schierarlo, cucendogli addosso un ruolo più adatto: terzino sì, ma più sulla linea dei centrocampisti. Stesso discorso per Bruno Peres, lui che è il titolare a destra, ma rispetto al connazionale ancora non ha messo in mostra miglioramenti significativi. Qualcosa, però, si muove.
PIÙ SICURO – Da quando Spalletti ha avuto di nuovo Rüdiger e lo ha schierato con Manolas e Fazio (domenica al suo posto ci sarà Juan Jesus), i due brasiliani hanno avuto la possibilità di sganciarsi di più: difensori sì, ma sprinter soprattutto. Peres è quello che ne ha beneficiato di più: nelle ultime giornate (è entrato nel finale solo contro la Juve per infortunio), la sua percentuale di passaggi utili è passata dal 37.5 % (Lazio) al 78.7% (Chievo). La fiducia che sta acquistando e non è un caso che l’autogol di Genova sia arrivato proprio da un suo tiro.
TATTICA E PAROLE – Al lavoro sul campo, fatto con Spalletti ma anche con Domenichini e Baldini, Peres e Emerson hanno alternato anche un lavoro mentale con l’allenatore. Dal brasiliano più giovane, quello mancino, Spalletti ha preteso concentrazione e meno irruenza, da quello più adulto, e destro, ha invece preteso più qualità e sostanza, soprattutto nei ripiegamenti. Non a caso, contro Juve e Genoa, in trasferta, Emerson è rimasto più bloccato, contro Milan e Chievo partiva dopo la metà campo e quasi sempre lì restava. Nonostante questo, nelle ultime 5 ha messo insieme 35 recuperi del pallone e spesso si è preso gli applausi della panchina. Ma ormai non è più una novità, così come non è una novità che quando partono insieme dall’inizio la Roma vola: è accaduto 8 volte tra coppa e campionato e sono arrivate 7 vittorie e un pari. E su Emerson ieri il d.s. Sabatini ha detto a Rete 7: «Io non sono il d.s. dei Messi, ma degli Emerson Palmieri. Diventerà un uomo mercato». Anche se la cessione più dolorosa per lui resta Yanga-Mbiwa: «Si era integrato benissimo. Mi sentii male, ma mi servivano soldi».