Il nuovo stadio della Roma a Pietralata compie un piccolo-grande passo in avanti verso la sua prossima realizzazione. Ieri, con l’avvenuto sgombero delle prime unità immobiliari nell’area destinata ad ospitare l’impianto, l’intero progetto, rimasto incagliato per circa un anno proprio sulla questione della presenza di alcuni edifici senza titolo, è stato clamorosamente rilanciato. E ora l’obiettivo è l’apertura dei cantieri nel 2026. Ma facciamo un passo alla volta. Quello di ieri era un passaggio molto atteso. La Roma, infatti, aveva dovuto interrompere le sue indagini archeologiche proprio per la presenza di alcune abitazioni, realizzate nei decenni scorsi al centro della futura area di scavo e detenute “per possesso precario” da quattro persone.
Queste unità abitative, circondate da un’area particolarmente degradata, con la presenza a pochi metri di una discarica abusiva di materiali edili e scarti abitativi come frigo e materassi, erano state già espropriate nel 2003. Per questo il Campidoglio, nei mesi scorsi, aveva inviato agli abitanti degli avvisi bonari di rilascio dell’area a cui i destinatari si erano opposti facendo ricorso prima al Tar e poi, avendosi visto rigettare la richiesta di sospensiva del provvedimento di sgombero, anche al Consiglio di Stato, dove il ricorso era stato nuovamente respinto.
utto questo ha dato il via alle operazioni di ieri, quando, intorno alle 9 del mattino, circa 20 agenti della polizia locale di Roma Capitale, accompagnati da assistenti sociali e dal personale di Risorse per Roma, hanno avviato lo sgombero. Ora le indagini archeologiche potranno ripartire. Ma il recupero delle aree appena effettuato non era solo importante per questo: di fatto, con quanto avvenuto ieri, si predispone l’area alla successiva demolizione dei manufatti e quindi dell’avvio dei cantieri veri e propri.
Per arrivarci, però, ci sono una serie di passaggi intermedi. Il primo è la presentazione del progetto definitivo da parte della Roma. Un atto atteso tra fine 2024 e inizio 2025. Questo documento conterrà tutte le informazioni sul nuovo stadio ma anche quelle sulla viabilità, sui parcheggi e sulle opere “accessorie” come i ponti pedonali e il nuovo parco attorno all’impianto.
Se la conferenza dei servizidarà parere positivo i cantieri si potranno aprire nel 2026 con la speranza di veder realizzato lo stadio entro un paio di anni. La Roma puntava molto sulla data simbolica del 2027, anno del centenario del club, ma visto l’anno perso è molto probabile che il primo calcio all’interno della nuova casa dei giallorossi venga dato nel 2028. Sullo sfondo resta il tema molto delicato delle persone allontanate dalle loro case.
“Uno sgombero non è mai un fatto piacevole, purtroppo si è reso necessario per poter riacquisire le aree – ha spiegato l’assessore capitolino all’Urbanistica, Maurizio Veloccia – ovviamente dobbiamo avere il massimo rispetto per le persone coinvolte a cui è stata prestata, come sempre, l’assistenza sociale prevista in questi casi. Si tratta di interventi che si sarebbero potuti evitare con la riconsegna concordata a Roma Capitale, cosa che purtroppo non è avvenuta per la scelta di procedere per vie giudiziarie.
Adesso si andrà avanti con tutte le procedure di riacquisizione delle altre aree secondo le procedure già avviate nel tempo: richiesta bonaria e poi, la dove questa non sarà soddisfatta, operazioni di recupero forzoso delle aree, che ricordo sono pubbliche e già espropriate e indennizzate”. Prima del via libera ai cantieri, infatti, restano ancora un paio di particelle catastali in una situazione simile.
FONTE: La Repubblica – E. Pretto