Se gli eserciti fossero squadre di calcio non c’è dubbio che il Grande Corso avrebbe scartato Eusebio Di Francesco perché bravo lo è stato spesso ma fortunato mai. Il suo Venezia ha giocato meglio della Roma per un’ora abbondante, andando in vantaggio al 44′ – tap in di Pohjanpalo dopo che Busio aveva colpito il palo – e sfiorando in almeno tre occasioni il 2-0. A completare l’opera, l’1-1 della Roma è venuto su un tiro di Cristante, con poche ambizioni, che una deviazione involontaria di Busio ha trasformato in una palombella avvelenata per l’incerto Joronen.
Per onore di cronaca, Juric non è stato solo fortunato. La Roma, nella ripresa, ha spinto a fondo e creato le occasioni che nel primo tempo aveva costruito solo il Venezia. Decisivi sono stati i cambi: Pisilli e Baldanzi hanno dato elettricità a una squadra spenta. Quando chi entra cambia la partita resta sempre da capire se siano state giuste le sostituzioni o sbagliata la formazione iniziale.
Di sicuro Baldanzi è molto più in forma di Soulé e Pisilli è l’unico centrocampista che, almeno in questo momento, attacca davvero gli spazi anche senza palla e mette in difficoltà la difesa avversaria. L’impressione è che, pur cambiando moduli e interpreti, Dybala resti il calciatore che cuce centrocampo e attacco. Oltre alla Joya è mancata a qualche romanista la freschezza, dopo lo sforzo di giovedì contro l’Athletic Bilbao.
FONTE: Il Corriere della Sera – L. Valdiserri