Un tiro. Un solo, maledetto, precisissimo tiro. La costruzione di una capolista è nata da una rivoluzione. Guardate lassù, davanti a tutti c’è l’Atalanta, ma non preoccupatevi se non la riconoscete: l’1-0 alla Roma, anzi, alla miglior Roma di questa stagione, è una specie di manifesto. Una nuova carta d’identità. Se il ciclo delle tre qualificazioni in Champions consecutive era il prodotto di una squadra follemente votata al gol – al punto da sfiorare, nel 2021, addirittura quota 100 in campionato – l’Atalanta di oggi è la sua immagine speculare.
Se Gasperini ha stravolto la propria identità, José Mourinho invece ha ricalcato il copione solito. Scaricando il peso della sconfitta non sui gol sciupati da Abraham e Shomurodov. Ma sull’arbitro Chiffi, costretto a espellerlo quando se lo è ritrovato in campo per poi vederlo urlargli qualcosa che somigliava a un insulto (il labiale immortalato dalle tv qualche idea in proposito la offre).
A fine partita, Mourinho lo ha cercato per regolare i conti di un rigore non concesso su Zaniolo, trattenuto da Demiral: “Sono andato dall’arbitro Chiffi per chiedergli perché non ha dato rigore su Zaniolo nel primo tempo. Ai giocatori dico sempre di non buttarsi se pensano di poter segnare. A Chiffi ho chiesto ‘è impossibile dare rigore se il giocatore non cade a terra?’ Se è così ai giocatori dirò di buttarsi, ci alleneremo in piscina. Non mi ha risposto”.
Ora, causa espulsione, Mourinho seguirà in tribuna l’appuntamento a San Siro dopo la sosta contro il suo vecchio amore. Ma con l’Inter la Roma rischia di avere assenze anche più pesanti. Prima di tutto, Dybala, assente ieri per un fastidio muscolare accusato nel riscaldamento che lo priverà del tour negli States con l’Argentina e anche della sfida al club che l’ha sedotto e abbandonato in estate.
Almeno a sentire Mourinho: “Lui e Pellegrini hanno un problema al flessore. Avrei preferito fossero andati in nazionale, almeno dopo la sosta li avrei avuti. E invece non ci saranno“. Con i loro, gli infortuni muscolari sono già cinque dopo un mese di campionato. Un problema che, per la Roma, rischia di pesare più di una partita persa.
FONTE: La Repubblica – M. Pinci