Chiudere il mercato con il segno più. Vietato aumentare il monte ingaggi. Ancora più vietato ingrossare il peso a bilancio del costo annuale dei cartellini dei calciatori. Obiettivo, costruire una Roma più competitiva delle precedenti, in grado di centrare quella qualificazione alla Champions League che manca da troppi anni, con il conseguente mancato introito dei ricchi cotillons assicurati dalla partecipazione.
Sulla carta, una mission impossibile anche per Tom Cruise. Che, nello specifico, è interpretato da Tiago Pinto, general manager e direttore sportivo di una Roma alle prese con i paletti economici imposti dall’Uefa che costringono il dirigente portoghese a usare competenza, coraggio e fantasia. Eppure fin qui, in questa terza stagione da grande capo della sezione calcistica dell’azienda (ormai la chiamano così) Roma, il portoghese sta dando dimostrazione di aver fatto tesoro degli errori passati, certificando con i fatti un dinamismo che ha fatto della Roma la società che si è mossa di più e meglio in un mercato in cui, club inglesi a parte, di ricche ci sono solo le idee perché di soldi ne circolano pochini.
FONTE: La Repubblica – P. Torri