Il quotidiano in edicola oggi ha riassunto in 9 punti chiave il quadro della situazione nel mondo del calcio, che si confronta con l’emergenza Coronavirus: 1) se si tornerà a giocare e quando deciderà il governo seguendo le indicazioni del comitato scientifico. Non c’è una data: il 17 maggio è la data più ottimistica, all’inizio dell’estate (20-21 giugno) la più pessimistica; 2) riguardo le Coppe l’idea sarebbe portarle a termine parallelamente con i campionati, ma è più facile che venga attuato il piano B, cioè Champions ed Europa League dopo la conclusione dei tornei nazionali; 3) per garantire le condizioni di sicurezza la Federazione dei medici sportivi ha già dato le linee guida, dovranno quindi essere effettuati nuovi test ematici e diagnostici; 4) se la stagione dovesse spingersi fino ad agosto, o peggio ancora a settembre-ottobre, c’è il rischio di compromettere la stagione successiva, ma sul tema la Serie A è spaccata. La Figc, inoltre, teme il moltiplicarsi di contenziosi; 5) sul taglio stipendi, invece, tra Lega e Aic le distanze sembrano incolmabili. Oggi in assemblea la Lega proporrà il taglio del 10% se si tornerà a giocare, 20% se la stagione non dovesse ripartire.
E ancora: 6) se un giocatore, dopo la ripresa, fosse contagiato, tutta la squadra dovrebbe finire in isolamento e sarebbe inevitabile un nuovo stop del campionato; 7) se la stagione, invece, non dovesse ripartire deciderà il Consiglio federale; 8) per quanto riguarda gli altri sport, per ora solo il rugby ha calato il sipario sulla stagione; 9) infine, il calcio non chiede soldi al governo, ma la costituzione di un fondo, curato dalla Figc con risorse proprie, in cui dovrebbe convogliare l’1% delle scommesse, poi agevolazioni fiscali e il ritorno per un anno delle sponsorizzazioni delle società di betting.
FONTE: Il Corriere della Sera