Secondo Theodor Herzl con una bandiera puoi portare la gente dove vuoi. Anche illuderla, forse. I romanisti sperano non sia questa l’intenzione di Friedkin con l’investitura di De Rossi, figlio di Roma e vanto di un’intera tifoseria. Di sicuro la bandiera di Daniele sventolerà, a prescindere dai risultati, tanto è l’amore che la gente nutre nei suoi confronti; e chissà che questo arrivo non spalanchi pure un’altra porta, la stessa che Mourinho aveva lasciato socchiusa più volte: il Totti-bis da dirigente.
Francesco andò via ai tempi di Pallotta, prendendo altre strade, ma il richiamo delle origini è rimasto forte. Fino alla chiamata di DDR l’attuale proprietà non aveva mai preso in considerazione l’ipotesi di legare il club ai personaggi che ne hanno scritto le pagine più belle nel segno dell’appartenenza – Bruno Conti c’era già prima di Dan e Ryan – ma il varco è stato aperto e il legame di fratellanza tra Francesco e De Rossi può riportare le cose nel loro ordine naturale.
Fabio Capello, l’allenatore dell’ultimo scudetto, li ha allenati entrambi e sull’esonero di Mou ha espresso un pensiero netto: “Le società americane lavorano senza rispettare le persone con cui collaborano – ha tuonato a Sky – Lo abbiamo visto al Milan con Maldini e oggi a Trigoria con Mourinho. Non c’è sensibilità dalle loro parti, ma solo business”. E mentre il ministro per lo Sport, Abodi, aveva ipotizzato già in mattinata lo strappo presidente-allenatore (“Quando si rompe un rapporto di quel tipo… secondo me c’è anche qualcos’altro, oggettivamente”), il grande ex e vicepresidente Uefa, Zbigniew Boniek, ha strizzato l’occhio alla decisione di Dan: “Scelta coraggiosa, impopolare ma intelligente”. “In bocca al lupo a una leggend”» il messaggio social di Rüdiger indirizzato all’ex compagno De Rossi.
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. Marota