Come un(a) finale. Di più: come due. La Roma mutua, parafrasa e raddoppia una delle espressioni più abusate del gergo calcistico corrente. Rendendola solida realtà in campionato. Le statistiche parlano chiaro: la squadra di José Mourinho comincia diesel, ma poi innesta il turbo, al termine di ognuno dei due tempi. I quarti d’ora che vanno dal 30′ al 45′ e dal 75′ al 90′ (recuperi compresi) sono davvero accademici per i giallorossi. Nel senso più elevato: numeri alla mano, rasentano la perfezione, come manuale imporrebbe.
Quattordici sono i gol realizzati nel lasso di tempo preso in esame (su ventitré complessivi, ovvero oltre il sessanta per cento del totale), perfettamente suddivisi fra prima e seconda parte delle gare: sette prima di scendere negli spogliatoi, altrettanti nella fase terminale delle partite. Non solo: gli stessi finali di tempi rasentano il capolavoro con la casella dei gol incassati, che presenta un tondissimo quanto sorprendente zero.
Ovviamente la perfezione nel calcio è pressoché irraggiungibile, mentre esiste sempre o quasi un rovescio della medaglia. In questo caso costituito da partenze “leggerine”, contraddistinte da un solo gol segnato nella prima mezz’ora di gioco (fra il 15′ e il 30′), a fronte di cinque subiti (due dei quali nel quarto d’ora iniziale). Così come deficitari risultano anche i trenta minuti di ritorno dall’intervallo, con 8 reti all’attivo e 10 al passivo (di cui 6 nel primo terzo di ripresa). (…)
Statistica che se possibile assume rilevanza anche maggiore dal punto di vista della tenuta atletica, se rapportata alle scelte di formazione di Mourinho e a un undici titolare che – al netto di infortuni e squalifiche – difficilmente varia negli interpreti. La propensione della Roma a cambiare marcia nella ripresa e ancora di più nei secondi tempi ha portato i maggiori frutti nelle ultime due vittorie in campionato, entrambe lontano dall’Olimpico: a Cagliari e poi quella recentissima di Genova.
Nella prima il 2-1 è stato frutto di una rimonta completata grazie alla punizione vincente di Pellegrini a 12 minuti dal triplice fischio arbitrale. A Marassi il 2-0 è maturato tutto negli ultimi 8′ di gara, grazie all’ingresso di Felix, autore della splendida doppietta da tre punti completata in pieno recupero. Prima della rete last second del classe 2003, i centri extratime portavano entrambi la firma di El Shaarawy.
Quella contro il Sassuolo è valsa l’ormai celebre corsa dello Special One sotto la Sud, nel giorno della celebrazione delle mille panchine in carriera. La seconda, rifilata al Milan, non è invece servita a evitare un ko maturato in precedenza anche per le grottesche decisioni del direttore di gara Maresca. Sta di fatto che i tre gol messi a segno nel recupero sono arrivati tutti dalla panchina. (…)
FONTE: Il Romanista – F. Pastore