Il primo, al 24’, ha chiuso la porta in faccia a Soulé, negando al Frosinone il gol del vantaggio; il secondo, al 38’, ha portato in vantaggio la Roma con un’azione individuale di rara bellezza, conclusa con un gran destro a giro all’angolino, in barba alle migliaia di fischi che lo accompagnavano fin dal fischio d’inizio. Mile Svilar e Dean Huijsen sono i simboli di questa Roma giovane e intraprendente, che allo Stirpe ha raccolto la quarta vittoria nelle ultime cinque gare di campionato. Una squadra che domenica, non a caso, schierava il suo undici più giovane dall’inizio della stagione (26 anni e 319 giorni, come riportato da Opta).
Il portiere serbo, prelevato a parametro zero dopo essersi svincolato dal Benfica B nell’estate del 2022, ha scavalcato Rui Patricio nelle gerarchie tra i pali, prendendosi una maglia da titolare e risultando decisivo contro i ciociari in almeno un paio di circostanze. Lui, che l’anno scorso ha disputato 4 gare (360’ totali), quest’anno è già a quota 10 presenze (900’): niente male, per uno che nelle cinque stagioni trascorse al Benfica aveva totalizzato soltanto 23 gettoni in prima squadra. Al suo arrivo, DDR aveva detto che in porta i ruoli sarebbero stati ben stabiliti, ma non eterni: detto, fatto; il ventiquattrenne ha scavalcato l’esperto collega, complici le tante incertezze recenti di Rui.
Capitolo Huijsen: la magia con cui ha sbloccato la gara è la seconda rete in maglia giallorossa e, al netto dell’importanza nell’economia della partita, il suo gol fa sì che l’olandese sia uno dei soli due difensori nati dal 2005 in poi ad aver già timbrato due volte il cartellino nei cinque principali campionati europei; l’altro è Leny Yoro del Lilla, anche lui diciottenne. La fuga con slalom e tiro perfetto col Frosinone, peraltro, ai più attenti ha ricordato da vicino un’altra rete, segnata nella semifinale di Coppa Italia di Serie C tra Juventus NextGen e Foggia: in quella circostanza, l’olandese concluse con un potente mancino all’incrocio dei pali (firmando la doppietta), stavolta invece ha optato per il fioretto, comunque con ottimi risultati. Evidentemente, quando Mou aveva parlato di un giovane con personalità da veterano, ci aveva visto lungo. L’olandese si sta ritagliando uno spazio importante e, non essendo inserito nella lista UEFA, De Rossi lo sta utilizzando spesso e volentieri in campionato.
Ma Svilar e Huijsen non sono gli unici “giovanotti de ‘sta Roma bella” che ha in De Rossi il secondo allenatore più giovane della Serie A: classe 1983, il biondo di Ostia è battuto soltanto da Palladino del Monza (1984); lo seguono Gilardino e Thiago Motta, entrambi nati nel 1982. Oltre al tecnico appena quarantenne, la squadra giallorossa in campo dall’inizio allo Stirpe aveva anche Tommaso Baldanzi, classe 2003, che tra un mese compirà 21 anni, e che ha ben figurato alla prima da titolare. Da una sua giocata è arrivato il mani per il rigore del definitivo 3-0 e nel complesso si è mosso bene, dimostrando che l’inserimento procede spedito. In panchina c’erano invece due 2002 romani, Bove e Zalewski, risorse ormai acclarate fin dalla gestione Mourinho. Insomma, la meglio gioventù bazzica Trigoria e porta nuova linfa a una Roma che aveva bisogno di una scossa dopo una prima parte di stagione decisamente negativa.
FONTE: Il Romanista – L. Latini